Nuzzi, il 25 aprile per ricordare ai giovanissimi che la guerra è sempre sbagliata, l’unica strada possibile è la pace

SAN NICOLA LA STRADA – I 70 anni dalla Liberazione sono un momento di riflessione e anche di festa e celebrazioni per far conoscere e riportare alla memoria i momenti che segnarono – dopo anni di dolore e distruzione – la fine della guerra e del fascismo e l’avvio della rinascita del Paese e dell’Europa. “ Citando Primo Levi” – ha affermato Enrico Nuzzi nel commemorare i settant’anni della Liberazione – “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”. E ciò vale sia per i martiri della Shoà sia per le centinaia di italiani che sono caduti per liberare il Paese dall’occupazione nazifascista. Oggi” – ha aggiunto Nuzzi – “dopo settanta anni, siamo qua a ricordare quei giorni, ma soprattutto quelle persone che hanno fatto i conti con la faccia più brutta dell’umanità, quella della crudeltà e della violenza e, nonostante questo, hanno avuto la forza di rialzarsi e ricostruire l’Italia. Noi, a settanta anni di distanza, dobbiamo a queste persone che hanno combattuto e sono morti per la nostra terra, che hanno lavorato per riportarla alla sua grandezza, la memoria di quei giorni. Dobbiamo far sì che l’orrore della guerra non venga edulcorato dal fatto di divenire, con il tempo, una pagina di un libro di storia, ma abbiamo il preciso dovere di farlo restare vivo, attraverso iniziative che anche il Comune di San Nicola la Strada, seppure commissariato, avrebbe dovuto fare, visto che sono i rappresentanti ufficiali della Prefettura di Caserta, per celebrare la sua liberazione e attraverso tutta quell’opera – svolta da associazioni e storici – di recupero e diffusione della memoria. È questo il modo migliore di trasmettere alle nuove generazioni” – ha, infine, concluso Nuzzi – “il ricordo di quanto accadde durante la Seconda Guerra Mondiale e l’occupazione nazi-fascista, anche nella nostra terra e per far sì che si comprenda fin da giovanissimi come la violenza non sia mai una strada percorribile per chi si vuole definire “essere umano”.
Nunzio De Pinto

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