Picasso mon amour: riapre il Museo Nazionale a Parigi

Dopo cinque lunghi anni di interventi e costi astronomici per il restauro, che non hanno risparmiato critiche e polemiche, riapre il Musée National Picasso di Parigi. Dal 25 ottobre, tante le novità per gli amanti dell’artista spagnolo.

– di Marianna Trimarchi –

Feliz Cumple Pablo! O forse dovremmo dire “bon anniversaire”. I francesi lo celebrano così, con la riapertura del museo a lui dedicato, a cinque anni dall’inizio dei lunghi e controversi lavori che avevano richiesto la chiusura dell’Hotel Salè, la storica villa barocca del XVII secolo che ne ospitava le opere. Stiamo parlando del maestro del cubismo, dell’artista più celebrato del Novecento. Stiamo parlando, ovviamente, di Pablo Picasso.

Per l’anniversario numero 133 dalla nascita del pittore, il Musée National Picasso di Parigi riapre le porte ai visitatori di tutto il mondo, per mostrare, in una versione rinnovata, la sua collezione. Perché se è vero che la tappa più consueta per gli amanti di Picasso è il Museo Reina Sofia di Madrid, dove è custodita la Guernica, è il museo di Le Marais a contare, dal 1895, la più vasta raccolta di opere, oltre 5mila tra pitture, disegni, sculture, ceramiche e fotografie che Picasso stesso lasciò allo Stato francese, dopo avervi trascorso buona parte della sua vita, fino alla morte in Costa Azzurra.

La nuova struttura, che ha guadagnato grazie all’intervento dell’architetto Jean Francois Bodin 1000mq in più di esposizione, riesce oggi a raddoppiare il numero delle opere esposte e a proporre, in tre itinerari distinti, un attraversamento organico e documentale della poetica dell’artista, per comprenderne i percorsi, il pensiero e il movimento, e lasciando allo spettatore una lettura più libera.

picassoparigiLa scelta espositiva per l’inaugurazione è stata affidata ad Anne Baldassari, ex direttrice del museo e oggi incaricata alla curatela dell’edificio. Protagonista di critiche colossali quanto i 52milioni di euro impiegati per il restauro – una cifra che ha sforato quasi del doppio il budget previsto inizialmente- Anne Baldassari, che era arrivata al Musée Picasso nel 1992 come una delle maggiori esperte dell’artista, ha contribuito per 25 anni alla crescita e allo sviluppo della galleria, scoprendo opere inedite, ideando nuove modalità espositive, sostenendo eventi e mostre all’estero per accrescere i fondi necessari al finanziamento dei lavori e prospettando nuove soluzioni logistiche in vista della riapertura.

Ma il progressivo dilatamento dei tempi – secondo alcuni il museo era già pronto l’estate scorsa-, oltre che le accuse di un management accentratore e autoritario, non le avevano fatto guadagnare né il consenso dei dipendenti, né tanto meno quello del ministro della Cultura Aurélie Filippetti, che ne aveva deciso il licenziamento dal ruolo di direttore, nonostante i rifiuti di Claude Picasso, ultimo figlio ancora in vita dell’artista e strenuo sostenitore della Baldassari.

Di là dalle polemiche che, si spera, cessino una volta per tutte con la riapertura, il risultato finale sembra valere davvero l’attesa. Almeno, da quanto prospetta la nuova guida del museo, Laurent Le Bon: il rinnovamento, a suo dire, scardinerà le certezze persino di quanti credono di sapere tutto su Picasso. Quattrocento dipinti e statue disposti su cinque piani, di cui il terzo, dedicato ad un confronto inedito tra i quadri di Matisse e di Cézanne, provenienti dalla collezione privata dell’artista, e i dipinti di Picasso stesso, costituiscono una delle maggiori attrattive del nuovo museo.

Tra le altre novità, informazioni al momento riservate, si sa che gli spazi dell’Hotel Salè ospiteranno ogni anno una grande mostra internazionale, la prima in collaborazione con il MoMa.

 

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