Presentata la stagione di Sala Ichòs 2016/2017

NONSENSE A NORD DEL TAMIGI

Spettacolo vincitore di Stazioni d’Emergenza Atto VII

in scena a Galleria Toledo

5 – 6 novembre 2016

 

Il 5 e 6 novembre a Galleria Toledo di Napoli, la giovane compagnia Te.Co. – Teatro di Contrabbando andrà in scena con Nonsense a Nord del Tamigi. Lo spettacolo ha vinto Stazioni d’Emergenza Atto VII, la rassegna nazionale aperta alle formazioni teatrali di ultima generazione – Nuove esperienza di drammaturgia per nuovi segni scenici organizzata da Galleria Toledo e lo scorso settembre ha partecipato a DECIBEL SONORI 2016 organizzato da CrashTest Collisioni di teatro contemporaneo di Valdagno.

La messa inscena è ad opera di Valerio Bruner, diretta  e adattata da Alessandro Palladino, con in scena Valerio V. Bruner, Luca Sangiovanni, Ferdinando Smaldone, Fabiana Spinosa, Chiara Vitiello; costumi e scenografie di Federica Rubino.

«Quando penso a Nonsense a nord del Tamigi – spiega l’autore Valerio Bruner – mi rivedo ancora per le strade di Londra, immerso in un meraviglioso caos metropolitano, ignaro del fatto che tutti quegli incontri al limite del normale, quei viaggi a bordo di metropolitane sporche e polverose e quelle pinte di birra consumate in poco raccomandabili pub di periferia, avrebbero un giorno preso forma in uno spettacolo teatrale. Uno spettacolo che, grazie al lavoro della nostra compagnia, sta riscuotendo un discreto successo. Prima vincitore del festival nazionale Stazioni di Emergenza Atto VII, poi finalista di un altrettanto prestigioso festival quale CrashTest – Collisioni di Teatro Contemporaneo, e oggi in cartellone presso Galleria Toledo, quello stesso teatro che ci ha ospitato e portato fortuna l’anno scorso. Eppure è sempre come se fosse la prima volta: stessa adrenalina, stesso furore, stessa stretta allo stomaco, stessa voglia di dare tutto senza risparmiarsi. Nonsense a nord del Tamigi è forse, a oggi, lo spettacolo che meglio racchiude lo spirito della nostra compagnia, il Te.Co. Teatro di Contrabbando, una pièce in cui, armati soltanto della rabbia che ci brucia dentro, abbiamo sperimentato un nuovo modo di fare teatro, mescolando e distruggendo musiche, corpi e linguaggi, per portare in scena uno spettacolo unico nel suo genere in cui la tragedia, il grottesco, diventano, attraverso una verve sfacciatamente ironica, una poesia metropolitana dall’inconfondibile sapore britannico».

 

SINOSSI

Londra. L’anima sporca di una metropoli che un visitatore occasionale non sarebbe in grado di cogliere, né tantomeno vorrebbe farlo se sapesse cosa si cela al di là del confine. I riflettori si accendono su un lurido pub di periferia: legno marcio e birra stantia. Alcune note strimpellate da un musicista senza volto scandiscono il ritmo di una sbronza colossale. Una canzone urlata nell’oscurità parla di un ritorno all’era glaciale e dello straripamento di un fiume: la profezia di Joe Strummer torna a risuonare, minacciosa, nelle orecchie della morigerata Inghilterra. Dio salvi la regina e i suoi sudditi, uno in particolare.

Ralph è un bevitore incallito con il pallino della poesia. Sam è il suo amico di pezza. Jenna è l’incontro che nessuno dei due si sarebbe mai aspettato. Nonsense a Nord del Tamigi è la storia di un viaggio surreale a bordo di un treno metropolitano diretto a nord di Londra, così lontano che nessuno sa cosa si celi oltre il confine. Un viaggio, apparentemente caotico e privo di senso, in cui il protagonista sarà chiamato a fare i conti con mille proiezioni e deformazioni di se stesso e della sua più grande nemesi: la donna.

Il testo è autobiografico e prende ispirazione da alcuni fatti realmente accaduti al suo autore. Un irriverente viaggio escatologico tra reale e surreale, comico e tragico, completamente folle e volutamente scevro da punti di riferimento. Un impertinente e imbarazzante ricerca dell’Io che mette l’uomo di oggi, an expendable character, di fronte alle proprie illusioni e consapevolezze. Contro se stesso e contro la realtà del suo inconscio, che si estrinseca in un mondo fatto di carne, ossa e di personaggi simbolici maledettamente destabilizzanti. Lo scenario è la Londra di oggi, luogo di attrazione e repulsione dove l’autore ha vissuto per qualche tempo, con tutti i suoi controsensi, o meglio “nonsensi”. La Londra dei piccoli pub dimenticati da Dio, delle metropolitane polverose e dei loschi appartamenti di periferia abitati da altrettanto loschi figuri.

 

NOTE DI REGIA

Attraverso la sfacciata sperimentazione di nuovi linguaggi e commistioni di generi, in cui la musica diventa essa stessa protagonista della piéce, in un continuo entrare e uscire dal reale al surreale, dal razionale all’irrazionale, Nonsense a nord del Tamigi vuole essere un esempio di sperimentazione e di innovazione, in cui lo spettatore viene privato, di riflesso, di qualunque punto di riferimento. Di riflesso perché è lo stesso protagonista della pièce a non averne: l’emarginazione sociale – che si traduce in un isolamento poetico e grottesco dell’uomo, che fa di un pupazzo di pezza il suo interlocutore più fidato, confidente silenzioso e proiezione delle sue paure e desideri – si accompagna a una altrettanto grottesca confusione legata alla sfera emotiva sia sul piano sociale che sessuale. Senza retorica o falsa morale, lo spettacolo è un’istantanea di una realtà cruda e destabilizzante, in cui l’unico punto fermo è la folle imprevedibilità di quello che accade.

(Alessandro Palladino)

 

Nonsense a Nord del Tamigi

Di Valerio Bruner

Con Valerio V. Bruner, Luca Sangiovanni, Ferdinando Smaldone, Fabiana Spinosa, Chiara Vitiello

Costumi e scenografia Federica Rubino

Regia e adattamento Alessandro Palladino

Produzione Te.Co. Teatro di Contrabbando – Galleria Toledo

 

5 e 6 novembre – sabato ore 20:30; domenica ore 18

Galleria Toledo – Via Concezione a Montecalvario, 34 – Napoli

 

Info e prenotazione: t.+39 081425037 – t.+39 081425824 – galleria.toledo@iol.itsegreteria.galleriatoledo@gmail.comwww.galleriatoledo.org

 

 

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Sala Ichòs

presenta

la stagione 2016/2017

 

18 – 19 – 20 Novembre 2016

Ichòs Zoe Teatro presenta

LA SPOSA SOLA

(da una riflessione non urgente sulla Medea di tanti, e sulla Filomena di uno)

con Teresa Addeo, Giorgia Dell’Aversano, Giuseppe Giannelli, Pietro Juliano, Rossella Sabatini

testo e regia Salvatore Mattiello

 

Dalla scrittura alla messa in scena la preoccupazione più grande è stata quella di salvaguardare al contempo la forza, la potenza, la dignità di Filomena e quella di Medea, legittimandole reciprocamente una di fronte all’altra e legittimandole entrambe di fronte a quelli che sarebbero stati poi i nostri interlocutori, avendo cura di rimarcare che la Rinuncia, la natura, le azioni e le lacrime che finalmente sgorgano dagli occhi di Filomena sono profondamente umane e che la sua vicenda e i Conflitti che in essa si determinano sono tutti inscritti dentro una dimensione privata domestica familiare. Mentre in Medea tutte queste cose sono di una natura diversa e guardano un po’ oltre, e oltre e fuori portano le ragioni del Conflitto che si fa storico politico sociale.

 

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25 – 26 – 27 Novembre 2016

Ichòs Zoe Teatro presenta

JENNIFER

di Annibale Ruccello

con Teresa Addeo, Giuseppe Giannelli

adattamento e regia Salvatore Mattiello

 

Nella versione originale Jennifer muore sparandosi in bocca. Muore per così dire nel suo tempo. Nel nostro allestimento vive più a lungo. Invecchia e muore in un tempo non più suo. Invecchiando si ritrova straordinariamente somigliante a sua madre. Ritrova per così dire un tempo andato. Eppure ancora da venire. Nuovo per lui e eterno. Ritrova dentro di sé la lingua di quel tempo e la parla. Parla quella lingua che io nei miei pochi inserti ho tentato di scrivere. Ritrova anche su di sé il tempo “… che passa… e scopre il disegno a carbone… ’o sciassì… ’o scheletro che sta sotto… nascosto dentro l’opera finita che ognuno di noi è…”.

 

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9 – 10 – 11 Dicembre 2016

Ichòs Zoe Teatro presenta

FERDINANDO

di Annibale Ruccello

con Teresa Addeo, Ilaria Basile, Giuseppe Giannelli

adattamento e regia Salvatore Mattiello

 

“In fondo Ferdinando è un paccotto confezionato apposta per dare risposta ai desideri degli altri. Desideri veri dapprincipio come solo i desideri sanno essere. Poi manipolati indotti, amplificati, soddisfatti, vissuti fino in fondo. Fino a morirne! E poi svelati per ciò che erano stati: desideri preconfezionati, industriali, radiofonici, televisivi, virtuali e pure colmi – di più! traboccanti – di realtà…” “… Ferdinando è l’attesa di qualcosa che può accadere. È un oggetto del desiderio chiarissimo e non oscuro come altri di altre memorie… un aspettando Godot che qui però arriva sotto mentite spoglie. Un paccotto che la nuova classe emergente e padrona propina ad una nobiltà ormai decaduta e che funziona perché di quest’ultima la prima ne conosce l’indole, le pulsioni, i desideri, i godimenti…” “… spostando il tempo di un secolo più avanti ci ritroviamo nei nostri anni Settanta/Ottanta …”. Ci troviamo cioè negli anni di Jennifer e se ci mettiamo anche i trent’anni che ho deciso di metterle addosso ci troviamo qui nei nostri anni”… dove i paccotti si sono fatti più volgari e potenti. E non c’è più una classe emergente e padrona che li propina ad una che soccombe! Da qui tutti abbiamo cominciato a soccombere e noi stessi siamo diventati dei paccotti e ci scambiamo gli uni con gli altri”.

 

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6 – 7 – 8 Gennaio 2017

Teatro KappaO presenta

OPERA SENZA CORPO – Insania della radice

con Angelo De Clemente, Giuseppe Giannelli, Rossella Sabatini, Ivano Salipante, Roberta Sorabella, Stella Spinosa, Roberta Tafuri

regia Gianni Tudino

 

Quando abbiamo deciso di fermarci ad affrontare il fantasma del Macbeth – che da tempo ci pedinava – sapevamo che avremmo dovuto iniziare a diffidare delle nostre certezze, a farle lentamente vacillare. Misurarsi con i maestri fa sentire le nostre passioni sciocche e insignificanti. Quindi, deporre le armi, spogliarsi delle proprie convinzioni e dei perni delle proprie esperienze è stato il primo passo. È venuto fuori tutto ciò che fa paura, tutto ciò che, d’istinto, fa voltare lo sguardo altrove. È venuto fuori che quell’orrore fatto di crudeltà e insensate scelleratezze, da cui pensavamo di essere immuni, noi, colti, emancipati e inciviliti, ce lo portiamo dentro come una macchia nera pronta ad esplodere e a sporcare. Abbiamo tentato non di sentire la paura della paura, ma di sentire quell’ “oscuro sollievo” mentre i nostri demoni ci stringono le mani al collo, e sentirci liberi quando la “corta candela” non ha più aria per bruciare e, finalmente, si consuma. Perché Macbeth ha significato fare i conti con quella macchia che speravamo di nascondere, che ci illudevamo di tenere a bada, ripulire o redimere, fosse anche un assassinio commesso soltanto nella nostra mente, di un’azione o un pensiero che trascinano nella parte più infima di noi.

 

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13 – 14 – 15 Gennaio 2017

Fortebraccio Teatro presenta

METAMORFOSI (di forme mutate in corpi nuovi)

da Ovidio

traduzione Piero Bernardini Marzolla

adattamento e regia Roberto Latini

con Ilaria Drago, Alessandra Cristiani, Roberto Latini

 

13 Gennaio SIRENE + ECUBA + NARCISO con Ilaria Drago

14 Gennaio ARACNE + IL SONNO con Alessandra Cristiani

15 Gennaio METAMORFOSI Scatola Nera con Roberto Latini

 

Ho scelto di lavorare su Metamorfosi di Ovidio per l’evidente impossibilità a farlo. È un materiale talmente vasto e ricco e traboccante, che quanto preparato per la scena ha avuto da subito il sapore del non finito, non finibile.  Mi interessa quindi moltissimo. Dal primo sipario ho cercato di assecondare questa apertura e tenermi, tenerci, in una forma in mutamento. Coi miei compagni di lavoro e nella loro eccezionale disponibilità, abbiamo costruito materiale cangiante, mutante, mai replicato nella stessa forma e condizione. Abbiamo lavorato sulla possibilità dell’indefinire sulla precarietà stessa del percorso creativo e i suoi processi. Vado ripetendo che ci siamo permessi di metterci nella condizione di un lavoro in trasformazione continua senza le regole del ben fatto dell’acquisito conquistato, ma regolato sulla sensazione scenica della costruzione. Ho stabilito un punto di partenza, non cronologico, non drammaturgico, non contenutistico, ma ho scelto di lavorare su quanto mi attrae sull’attrazione quindi non sull’astrazione. C’è forse ora una drammaturgia di ritorno prodotta dallo stesso materiale e sono nella curiosità dell’appuntamento scenico per ulteriori riflessioni.

 

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20 – 21 – 22 Gennaio 2017

IL CATALOGO

con Massimo Finelli, Patrizia Eger, Giuseppe Cerrone

drammaturgia e regia Angela Di Maso

 

Eric e Rose Portman sono una coppia sposata e impossibilitata ad avere figli. La burocrazia in materia di adozioni è lenta e perciò decidono di rivolgersi a un’azienda “sperimentale” che a suo dire risolverebbe il problema, fornendo loro un bambino, immediatamente. Ciò che sembra essenziale è la scelta del giusto catalogo in cui sono elencate tutte le caratteristiche, fisiche e caratteriali, del tanto anelato “bambino perfetto”. Ad accoglierli in azienda sarà un eccentrico addetto alle vendite, il signor Law, che invece di dare loro il desiderato catalogo li consegnerà a se stessi e alle menzogne che reggono il desiderio di un figlio e la vita di coppia.

 

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27 – 28 – 29 Gennaio 2017

I CIECHI

con Cinzia Annunziata, Giovanni Esposito, Michelangelo Esposito, Fabio Faliero, Claudio Fidia, Valeria Impagliazzo, Lisa Imperatore, Vincenzo Liguori, Valentina Iniziato, Luigi Ventura

regia Massimo Finelli

musiche originali Duilio Meucci

 

Nove ciechi smarriti in una selva aspettano il ritorno della guida, un vecchio prete morto a loro insaputa. Qualcuno prega: “Dio Mercato che sei altrove… nascondi la verità ai nostri occhi e facci sparire nel buco nero dell’accumulazione finanziaria”. Il tempo dell’attesa è feroce, disgrega la gentilezza e il pudore mentre l’imprevedibile è alle porte.

Il testo è del 1890, letto da sempre come metafora della morte di un dio invocato e assente. Oggi la questione è un’altra: dichiariamo tutti la necessità di una guida, ma ne facciamo tranquillamente a meno. La credenza non dichiarata è quella nell’infallibilità di un sistema finanziario che ha gli stessi attributi di Dio: onnisciente, onnipotente, invisibile. I “doni” offerti dal mercato dei beni consumabili e infinitamente ri-creati sono la manifestazione della sua bontà. La pubblicità non dice altro che: Dio/Mercato è Amore. Le nostre esistenze virtuali sono una beatificazione in vita.

Il supporto materiale è semplicemente infelice; più o meno tutti facciamo quotidiani test di resistenza; fino a quando reggerà il sorriso al pungolo della rabbia e della depressione? Gli stati nazionali testano le frontiere, anche loro.

Al’interno la situazione si approssima a quella di un condominio (ben gestito) con i vicini che iniziano ad averne abbastanza l’uno dell’altro: odii invisibili.

Maeterlinck chiudeva la pièce con un’invocazione: “Abbiate pietà di noi!”; i nostri sussurrano: “Non abbiate pietà di noi…”.
La speranza è l’ultimo inganno.

 

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3 – 4 – 5 Febbraio 2017

Teatro dei Topi presenta

NON MI VESTIVANO MAI DI ROSA

di Giulia Lombezzi

con Elena Scalet e Alberto Zambelli

regia Delia Rimoldi

 

Non mi vestivano mai di rosa esplora il tema dell’identità di genere a partire da un momento di sospensione che definirei scientifico: il momento, nella vita dell’embrione, appena prima che se ne sviluppi il sesso. Mi è capitato spesso di leggere il termine “riassegnazione sessuale”, e mi ha colpita immaginare che il sesso non sia altro che questo, qualcosa che subiamo, un elemento che a un certo punto ci viene assegnato casualmente e inesorabilmente, come una matricola enpals o un numero di telefono. Ma cosa succede prima di quest’assegnazione? Chi siamo prima di diventare un lui o una lei? E che cosa ci aspettiamo da questo istante fatidico dove il rilascio di un determinato ormone indirizzerà per sempre il nostro destino? Questa storia è un’esplorazione di tali domande, ambientata in un mondo surreale e fantascientifico alla Ballard, un Utero – Sala d’Attesa, dove due embrioni aspettano la leggendaria Sesta Settimana di Gestazione dopo la quale cambierà tutto.

 

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10 – 11 – 12 Febbraio 2017

Piccola Compagnia della Magnolia presenta

ZELDA / Vita e Morte di Zelda Fitzgerald

di Giorgia Cerruti e Davide Giglio

con Giorgia Cerruti

 

Zelda Sayre Fitzgerald: artista eccentrica poliedrica, moglie dello scrittore Francis Scott Fitzgerald. Morì all’età di 48 anni in circostanze oscure nell’incendio dell’ospedale psichiatrico in cui era ricoverata a causa della sua instabilità mentale dovuta ad una grave forma di schizofrenia. Una donna dagli atteggiamenti anticonvenzionali e spregiudicati considerata una proto-femminista. Zelda e Fitzgerald, uniti da una straziante e struggente storia d’amore, sono stati un’icona della nuova Età del jazz in America.  Sull’ultimo giaciglio dell’artista, sola in un letto di un oscuro ospedale psichiatrico della provincia americana, si ripropongono le parole di una Zelda già in attesa della morte otto anni dopo il compagno. E da sotto il lenzuolo vengono estratti come rigurgiti dell’anima i simboli di una vita: un pegno d’amore di Scott, carte, lettere, giornali, fotografie.

 

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17 – 18 – 19 Febbraio 2017

Piccola Compagnia della Magnolia presenta

ADAGIO NUREYEV 

testo e regia Giorgia Cerruti

con Davide Giglio

 

Nureyev ha fatto accadere le cose, in un vortice di curiosità, fame insaziabile e ricerca della complessità, con una fede incrollabile nelle capacità terrene dell’uomo. Ci sembra che Nureyev contenga in sé la stessa ricchezza, maestosità e oscura caoticità della tomba che ne accoglie il corpo e che fu progettata dello scenografo Ezio Frigerio, il quale realizzò un kilim caucasico: un tipo di tappeto che il danzatore amava molto e che presenta venti tonalità di rosso e d’oro. Da questo tappeto partiremo concretamente, in quanto sarà l’unico preziosissimo elemento scenico che ospiterà il lavoro attoriale di Davide Giglio. Attraverseremo questa biografia con lo spirito e le parole di Nijinsky e dei suoi Diari che saranno elemento fondamentale nel lavoro di composizione dello spettacolo, il quale non racconterà una storia ma si costruirà per addizione di segni sonori, visivi, testuali, sempre tentando di condividere con lo spettatore un tempo liturgico, rituale.

 

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24 – 25 – 26 Febbraio 2017

quotidiana.com presenta

LEI È GESÙ

di Roberto Scappin e Paola Vannoni

 

In Lei è Gesù  tentiamo di affermare la possibilità che la donna possa ricoprire anche ruoli che per tradizione e consuetudine sono riservati agli uomini, a cominciare dalla figura di Gesù Cristo. Lei è Gesù,  una donna che non si sottomette al volere del Padre negandosi alla crocifissione. Il pragmatismo femminile irrompe per rivelare gli esiti scontati, le battaglie inutili, e il perdurare dell’isolamento della sua vivace consapevolezza, della marginalità in cui il linguaggio stesso la rilega. Dalla “Carta dei diritti dell’uomo Onu” all’art. 2 della nostra Costituzione “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo” è un susseguirsi di volontarie e mai denunciate elusioni. Quale perversione intellettuale può generare un linguaggio che riconosca l’identità di genere? Far rimescolare i sensi e le priorità, perdere il controllo. Le due figure in scena, apparentemente complici nel progetto di ridisegnare l’immagine del Gesù donna e di riscriverne l’insegnamento, si scontreranno ancora una volta con l’impossibilità di abbandonare i vecchi dogmi e di ripensare un nuovo linguaggio e un nuovo ciclo della storia.

 

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3 – 4 – 5 Marzo 2017

Ilinx Teatro presenta

VOLO DI NOTTE/L’UOMO ALLA SFIDA DEL PROGRESSO

di Francabandera/Mastroianni/Marchiori/Piazza

drammaturgia Michela Mastroianni 

con Luca Marchiori e Luca Piazza

regia Renzo Francabandera e Michela Mastroianni 

 

Liberamente tratto dal romanzo di Saint-Exupéry, Volo di notte cerca di affrontare fra realismo e ricerca di quotidianità, il dilemma che tutti viviamo oggi, la competizione nel nostro lavoro con l’ingresso nella nostra vita di una tecnologia sempre più presente, a volte capace di difenderci e spingerci oltre, generatrice di ricchezza, a volte causa della perdita di lavoro, di drammi e povertà: fra l’uomo chiamato nel suo piccolo a compiere quotidiani gesti eroici per spingere oltre il limite dell’uomo, ma desideroso di una tranquillità che sogna ma non riesce a vivere, e il suo manager, preso dalla missione di costruire per il genere umano un monumento che sopravviva alla specie stessa, si svolge un dialogo a distanza che l’immaginazione di Saint-Exupéry ha dipinto in modo netto ma anche crudele, poetico e al contempo contemporaneo.

 

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10 – 11 – 12 Marzo 2017

Gabriella Aiello, Isabella Mangani e Stefano Donegà in

CANTI E DISCANTI

 

Canti, racconti tramandati di voce in voce, da nonna a nipote, da padre in figlio, da regione a regione, i canti popolari sono l’espressione del cuore di un popolo, l’immagine del suo interno, come dice Herder.

Il concerto proposto vuole essere un percorso attraverso momenti e sentimenti che hanno animato da sempre la cultura contadina: spiritualità,  lavoro, morte e  nascita, la partenza, la festa.

Gabriella Aiello, Isabella Mangani e Stefano Donegà ripercorreranno questi momenti attraverso la riproposta di canti della nostra tradizione orale, talvolta nella loro forma più pura ed essenziale ovvero per voce sola o polifonia tradizionale e talvolta rielaborati con l’apporto di strumenti.

 

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17 – 18 – 19 Marzo 2017

Leviedelfool presenta

REQUIEM FOR PINOCCHIO 

di e con Simone Perinelli/con un estratto di “Emporium” di Marco Onofrio

 

Nel dare voce al famoso burattino, abbiamo lavorato cercando di immaginare un possibile percorso che desse un seguito alla favola stessa raccontando la vita che Pinocchio “vivrà” nel mondo reale. Pinocchio diventa così un pretesto, uno sguardo preso in prestito dal quale osservare con occhio limpido, infantile e ribelle il mondo che ci circonda e la vita che affrontiamo quotidianamente. Così ci siamo concessi questa chiave di lettura per andare più a fondo nell’affrontare le tematiche del lavoro totalizzante e precario, dell’emancipazione, della mercificazione del tempo e dell’essere, dell’anestesia dei sogni e del consumismo di ennesima generazione per operare un’analisi attenta e reattiva rispetto ad un quesito fondamentale della vita: cosa significa essere umano?

 

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24 – 25 – 26 Marzo 2017

Leviedelfool presenta

LUNA PARK – Do you want a cracker?

di e con Simone Perinelli

 

In un momento storico dominato dalla perdita di senso e dei confini dell’umano, investito dall’eco della rivoluzione copernicana e del cannocchiale di Galileo, da uno sguardo oltre il finito, Cervantes crea un personaggio letterario mai scritta finora: il cavaliere della Triste Figura, Don Chisciotte. Il romanzo di Cervantes rivela un’accusa contro una realtà fredda ed ormai estranea, dove a un idealista – anche non pazzo – non resta che trincerarsi dietro la propria idea fissa. Don Chisciotte, perennemente sospeso e in bilico tra il mondo dell’esperienza spirituale e quello dell’esperienza sensibile, della vita pratica e di quella ideale, della realtà concreta e dell’apparenza ingannevole, della poesia e dello sgomento.  Crediamo in un’analogia storica tra il tempo di Cervantes e il nostro e attraverso questa lente abbiamo cercato di declinare quel che resta oggi della wunderkammer di Don Chisciotte e di Cervantes stesso affidandoci ai temi del sogno, della fantasia, dell’ignoto, per portare alla luce quella che per noi è la coscienza umana cercando di dar voce a quel desiderio di una condizione esistenziale diversa.

 

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31 Marzo e 1 – 2 Aprile 2017

TeatRing presenta

MattaTTori L’ITALIA DI MAGNANI E GASSMAN

di e con Marianna Esposito e Ettore Distasio

 

Anna Magnani e Vittorio Gassman, morti, devono sostenere un’audizione. Con Dio. Per sapere se meritano il paradiso o l’inferno. Durante l’audizione sono costretti a “vuotare il sacco”e confessare di sé ogni cosa, dalla più turpe alla più elevata. Perché “l’attore è un bugiardo a cui si chiede la massima sincerità”. Il contrasto tra l’attore, vivere, recitare, vivere recitando, l’immagine “pubblica”e il privato. Dover scegliere, continuamente, tra gli affetti e l’arte, tra la famiglia e l’arte, tra l’amore e l’arte. Paradiso o inferno? A circondare tutto, il terzo personaggio: un’Italia che, allora, veniva invidiata in tutto il mondo. Roma, il cinema, il teatro. Poeti e scrittori e registi e attori che facevano grande la nostra nazione.

 

 

 

 

Sala Ichòs

Via Principe di Sannicandro 32 – San Giovanni a Teduccio (NA)

 

Fermata metro linea 2: San Giovanni a Teduccio – Barra

Lo spazio è dotato di ampio e gratuito parcheggio

 

Info e prenotazioni: 335 765 2524 – 335 7675 152 – 081275945 (dal lunedì al sabato dalle 16 alle 20 – domenica dalle 10 alle 17)

 

Orari spettacoli: venerdì e sabato ore 21; domenica ore 19

 

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