SALVATORE – favola triste per voce sola – 9/10/11 settembre ore 20:30

 

SALVATORE , favola triste per voce sola

di e con Silvio Laviano

trainer Sabrina Jorio, suono Federico Dal Pozzo, costumista Francesca Romano Scudiero, datore luci Paolo Petraroli, foto / progetto grafico Officina Fotografica, video Teresa Terranova

regia Tommaso Tuzzoli

produzione Associazione Assoli
in collaborazione con Tinaos – Golden Show – M.P.

9 – 10 – 11 settembre Sala Assoli Napoli

PROGETTO CONTEMPORANEA PAC 3.3 – Il Teatro soc.coop. a r.l.

 

Da venerdì 9 a domenica 11 settembre alla Sala Assoli di Napoli (Vico Lungo Teatro Nuovo, 110) andrà in scena Salvatore – favola triste per voce sola di e con Silvio Laviano, regia di Tommaso Tuzzoli, prodotto da Associazione Assoli in collaborazione con Tinaos – Golden Show – M.P.

Lo spettacolo rientra nel Progetto Contemporanea PAC 3.3 – Il Teatro soc.coop. a.r.l., condiviso con il Teatro Galleria Toledo di Napoli e a cui è associato il laboratorio teatrale condotto dall’attrice/trainer Sabrina Jorio e dal regista Tommaso Tuzzoli. L’iniziativa si terrà sempre ala Sala Assoli nello stesso periodo dello spettacolo ed ha avuto un buon riscontro, ricevendo settanta richieste di partecipazione da parte di giovani allievi e professionisti del settore teatrale.

Ingresso libero con prenotazione: promozione.salaassoli@gmail.com

Note di drammaturgia

Salvatore è la storia di un viaggio, una favola fatta di profumi, di colori e di respiri. Una contaminazione di lingue, linguaggi e ritmo. Una discesa leggera verso il cratere centrale dell’Etna, altro protagonista del testo. Il punto di partenza è un grembo materno, il punto d’arrivo un non luogo, dove convivono la follia, il ricordo e la febbre. L’uso del dialetto siciliano Catanese è l’unico mezzo espressivo dell’emozione; invece il racconto, in prima persona, in lingua italiana, detta i tempi dell’azione e crea il mondo del ricordo e del particolare.

I due linguaggi si fonderanno con un procedere “in avanti”, con una punteggiatura fatta di respiri, di interpunzioni, fino alla piena coscienza, nel quadro finale, della propria rivoluzione umana.

Silvio Laviano

Note di regia

Ri-Comporre la memoria, per guardarla, per viverla, per raccontarla. L’attore si fa prima direttore d’orchestra delle ombre del proprio passato e poi strumento per farle suonare, per farle respirare. Il solo attore in scena si riempie di un magma di emozioni, di corpi e di voci diverse che esplodono attraverso quell’unico corpo, pronto nei gesti, nel sudore, nella voce e nel cuore ad essere abitato. Le ombre/personaggi accompagnano la vita di Salvatore–favola triste per voce sola, dal giorno della sua nascita fino al giorno del suo trentesimo compleanno, in un vortice senza sosta. Salvatore è un racconto diviso in cinque quadri che rivive le atmosfere di una Catania, specchio di un mondo legato alle tradizioni religiose, ai sacri riti profani, al senso della famiglia, degli amici e degli amori, ma anche specchio di un mondo facilmente modificabile da una nuova “civiltà” dei consumi nata ricca di nuovi idoli e priva di ogni passato. Una nuova civiltà che “distruggendo le varie realtà particolari e togliendo realtà ai vari modi di essere uomini”, azzera ciò che “l’Italia ha prodotto in modo storicamente differenziato”. I contorni di questo mondo così come i personaggi, immersi in un mondo quasi da favola, sono tracciati inizialmente con toni leggeri per poi divenire grotteschi e scendere così verso le zone oscure di una realtà che, schiacciando possibilità e desideri, conduce a nevrosi che rasentano la follia, rischiando di deviarci dai nostri sogni e trasformando questi in incubi. Riaprire le porte del passato per seppellire le paure, per sorridere delle lacrime versate, per tramutare le assenze in presenze e raccontare il tutto con quella gioia infantile di chi guarda davvero al tempo andato, senza mai smettere di correre verso il futuro, consapevole di se stesso e della propria origine.

Tommaso Tuzzoli

 

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