Sì, viaggiare – Sul Coronavirus, dal Post

Non manca molto ai mesi estivi e di conseguenza chi può e ne avrà l’opportunità inizia a pensare a come organizzarsi, in questa seconda estate in cui dovremo fare i conti con la pandemia. I governi si stanno dando da fare per salvare il più possibile la stagione più importante per il turismo, pensando a qualche regola in più rispetto allo scorso anno. 

Visto che su come funzionerà in Italia inizia a esserci qualche dettaglio in più, oggi iniziamo con una rapida guida con informazioni di servizio.

Tra regioni
Da fine aprile ci si può spostare liberamente tra le regioni in area gialla, cioè quelle con basso rischio epidemiologico. Se invece ci si vuole spostare in regioni in area rossa o arancione, da una qualsiasi area, è necessario motivare il viaggio con un’autodichiarazione (per motivi di lavoro, salute o necessità) oppure utilizzare un “certificato verde”.

Al momento questi “pass”, come li ha chiamati il governo, non sono nulla di particolarmente elaborato. In sostanza sono i fogli di carta che vi vengono consegnati dopo avere ricevuto la seconda dose del vaccino, dopo essere stati dichiarati guariti dalla COVID-19 e dopo avere ricevuto un risultato negativo a un test per il coronavirus. Nei primi due casi il foglio deve essere stato rilasciato non più di sei mesi prima rispetto a quando lo utilizzate, nel caso del test deve invece risalire alle 48 ore precedenti. 

Per ora queste certificazioni hanno diciture, indicazioni e dati diversi, a seconda di chi li emette. Il governo ha detto di essere al lavoro per avere un documento unico a partire da metà maggio.

All’estero
Chi vuole viaggiare all’estero per turismo deve consultare l’elenco delle destinazioni, a sua volta diviso in cinque liste in base al rischio epidemiologico. I paesi verso cui non si può viaggiare per turismo sono quelli nell’elenco E e comprendono, per fare un esempio su tutti, gli Stati Uniti. I paesi nelle altre liste sono visitabili, ma prima di raggiungerli è opportuno verificare che non siano attive particolari restrizioni nella propria destinazione, come la necessità di trascorrere alcuni giorni in quarantena prima di poter viaggiare liberamente all’interno di quel paese. Un buon punto di partenza è il portale viaggiaresicuri.it, curato dal ministero degli Esteri italiano.
Pass europeo
A fine marzo, come vi avevamo raccontato all’epoca, la Commissione Europea ha presentato il progetto di un “certificato verde digitale”, approvato a fine aprile dal Parlamento Europeo. L’iniziativa è ancora in fase di preparazione, ma dovrebbe semplificare gli spostamenti in estate per lo meno nell’Unione Europea.

Il certificato potrà essere digitale o cartaceo, dotato di un QR code per poterne fare una scansione e verificarne l’autenticità, e l’emissione sarà a carico dei singoli stati. A breve inizieranno i negoziati con il Consiglio Europeo, l’istituzione europea composta dai capi di stato e di governo, per far sì che ogni stato membro adotti il certificato entro il primo giugno, secondo le intenzioni delle autorità europee. Il certificato funzionerà parallelamente a qualsiasi iniziativa messa in atto dai singoli stati (come il certificato italiano) e non sarà prerequisito ai viaggi all’interno dell’Unione Europea, ma solo uno strumento per facilitarli.

Paradossalmente durante la scorsa estate, ancora senza vaccini, molti paesi avevano introdotto meno restrizioni o cautele rispetto a quelle previste per il periodo estivo di quest’anno. Almeno nelle intenzioni, la loro applicazione dovrebbe consentire di ridurre il rischio di nuovi contagi e in certa misura incentivare le vaccinazioni, viste le minori cautele per chi è vaccinato. 
La settimana
Nell’ultima settimana si è confermata una diminuzione dei nuovi casi positivi rilevati, nessuna regione ha superato le soglie di allerta, sono diminuiti i ricoveri in terapia intensiva e si sono registrati meno decessi rispetto ai sette giorni precedenti. La situazione epidemiologica sembra essere sotto controllo e relativamente stabile, anche grazie alle vaccinazioni e alle varie precauzioni mantenute.

I nuovi casi rilevati dal 30 aprile al 6 maggio sono stati 72.990, il 17,3 per cento in meno rispetto a una settimana fa; anche i decessi sono diminuiti, del 21,4 per cento, con 1.719 morti nel periodo di riferimento.
Per la prima volta dall’inizio dell’anno, tutte le province italiane sono rimaste sotto la soglia di allerta. Le province con l’incidenza settimanale più alta sono state Napoli, 215 casi ogni 100mila abitanti; Barletta-Andria-Trani, in Puglia, con 207 casi ogni 100mila abitanti; la provincia di Prato, in Toscana, dove sono stati trovati 206 contagi ogni 100mila abitanti; e Benevento, in Campania, con 205 casi ogni 100mila abitanti.

Il grafico qui sotto mostra l’incidenza settimanale e la variazione percentuale dell’incidenza rispetto all’ultimo monitoraggio. Non sono segnalate allerte nelle regioni. L’unica area da monitorare è la provincia autonoma di Bolzano, dove l’incidenza è aumentata del 34,5 per cento rispetto alla settimana precedente.


Al momento in Italia sono state somministrate quasi 16 milioni di prime dosi del vaccino contro il coronavirus e circa 7 milioni di persone hanno ricevuto la seconda dose. Sono ancora poche le somministrazioni del vaccino monodose di Johnson & Johnson: 131mila da quando è stato autorizzato in Italia.

Qui trovate tutti gli altri dati, regione per regione.

Brevetti
Mercoledì il governo degli Stati Uniti ha detto di essere favorevole alla proposta di sospendere i brevetti dei vaccini contro il coronavirus, sostenendo una richiesta portata avanti ormai da mesi da una sessantina di paesi, tra i quali India e Sudafrica. L’amministrazione statunitense precedente all’attuale, quella di Donald Trump, aveva escluso la possibilità di attuare una sospensione dei brevetti, mentre il nuovo presidente Joe Biden aveva segnalato di essere a favore di una revisione, già durante la propria campagna elettorale lo scorso anno. Per poterlo fare è necessario raggiungere il consenso tra i 164 paesi che fanno parte dell’Organizzazione mondiale del commercio: potrebbero volerci mesi, ammesso si raggiunga un accordo. 

Chi è a favore della sospensione dei brevetti sostiene che in questo modo altre aziende farmaceutiche, diverse da quelle che hanno sviluppato i vaccini contro il coronavirus, potrebbero avviare a loro volta la produzione consentendo di avere molte più dosi a disposizione e a prezzi più contenuti. I contrari sostengono che la sospensione non risolverebbe il problema della scarsità delle dosi, dovuta soprattutto alla mancanza di materie prime e degli adeguati impianti industriali nei quali produrre in sicurezza i vaccini. I governi e le organizzazioni internazionali si confrontano ormai da mesi sul tema, senza trovare una mediazione.

L’Unione Europea finora si era mostrata contraria, ma dopo la proposta statunitense la presidente della Commissione, Urusla von der Leyen, ha mostrato un cauto interesse, ribadendo però che in questa fase è soprattutto importante che i vaccini siano prodotti velocemente e che ne siano destinate quote ai paesi più in difficoltà o con scarse risorse economiche. Il governo tedesco si è mostrato più restio, mentre quello francese ha colto qualche contraddizione nell’iniziativa statunitense. Un suo funzionario ha detto: «Desidero ricordare che gli Stati Uniti non hanno esportato una singola dose in altri paesi, e ora parlano di sospendere i brevetti».

Abbiamo provato a capire se la sospensione dei brevetti per i vaccini possa funzionare: non è così semplice.

Due cose dal mondo
• Il Giappone estenderà lo stato di emergenza a Tokyo e in altre tre province fino a fine maggio, a meno di tre mesi dalle Olimpiadi.
• Sono stati registrati diversi contagi da coronavirus tra gli alpinisti che si trovavano al campo base dell’Everest, in Nepal.

Migranti
Dopo un anno in cui le restrizioni per la pandemia hanno influito notevolmente sui flussi migratori in numerose aree del mondo, il Canada programma di accogliere con un permesso di soggiorno permanente oltre 400mila migranti ogni anno tra il 2021 e il 2023. Saranno compresi migranti che si spostano per ragioni di lavoro, familiari di chi ha già un permesso permanente per risiedere nel paese, rifugiati e individui che beneficiano di protezione per motivi umanitari.

Da diversi anni l’economia del Canada dipende in buona parte dal lavoro degli immigrati e cresce anche grazie a loro. È un paese con una natalità bassa e in cui l’età media di chi lavora è alta e vicina all’età pensionabile. Nonostante questo, negli ultimi anni l’economia ha continuato a crescere, in controtendenza rispetto agli altri paesi sviluppati: non grazie a un significativo miglioramento dei processi produttivi, ma proprio per l’aumento della popolazione che lavora e consuma, soprattutto grazie agli immigrati.


Kalashnikov
Il presidente russo, Vladimir Putin, ha detto che i vaccini prodotti dalla Russia sono «moderni, aggiornati e, senza dubbio, sono i più affidabili e sicuri», e li ha paragonati ai fucili d’assalto AK-47, noti anche come “kalashnikov”, dal nome di Michail Timofeevič Kalašnikov, il militare dell’Armata Rossa dell’Unione Sovietica che li ideò nel 1947:
 «Sono affidabili come kalashinkov.
Questo non sono io a dirlo, l’ha detto uno specialista europeo».

OK… Over 50
Da lunedì 10 maggio apriranno le prenotazioni per la vaccinazione contro il coronavirus delle persone che hanno dai 50 anni in su, ovvero quelle nate fino al 1971. In Sicilia le prenotazioni per questa fascia d’età sono state aperte giovedì e le prime dosi agli over 50 saranno somministrate a partire dal 13 maggio. Per il momento il ministero della Salute ha stabilito che in Italia l’uso dei vaccini contro il coronavirus di AstraZeneca e Johnson & Johnson è consigliato di preferenza alle persone con più di 60 anni di età, per le quali sono stati riscontrati minori rischi – già estremamente bassi – di soffrire di eventuali problemi circolatori (trombosi).
Operaie tessili sul furgoncino che ogni giorno le porta in fabbrica a Phnom Penh, Cambogia (AP Photo/Heng Sinith) Frigoriferi
Alcuni dei vaccini più diffusi contro il coronavirus, come quelli di Pfizer-BioNTech e di Moderna, devono essere conservati tra i -80 e i -20 °C a seconda dei casi, una circostanza che complica la loro distribuzione soprattutto nei paesi più poveri dove ospedali e cliniche non sempre possono permettersi congelatori potenti e costosi.

Una tecnica esplorata da qualche tempo prevede l’impiego di minuscole strutture di silice (un composto del silicio) per creare una sorta di involucro protettivo intorno agli ingredienti più deperibili dei vaccini. Un sistema di questo tipo è stato sperimentato con successo nel vaccino contro difterite, tetano e pertosse (DTP), tra i più comuni e diffusi al mondo.

Il problema della refrigerazione riguarda buona parte dei vaccini sviluppati nell’ultimo secolo, e per questo da diverso tempo alcuni ricercatori sono al lavoro per risolverlo ripensandone le formulazioni, in modo che non abbiano bisogno di essere tenuti nei frigoriferi. È una sfida non indifferente, ma la pandemia potrebbe contribuire ad accelerare le loro ricerche.

Inflazione
Negli ultimi mesi, il livello generale dei prezzi di beni e servizi nelle maggiori economie occidentali ha ripreso a salire, e lo ha fatto a un ritmo sempre più elevato. In altre parole, è aumentato il tasso d’inflazione, cioè il tasso di crescita dei prezzi misurati in un dato mese rispetto a quelli dello stesso mese un anno prima.

Dopo una riduzione dovuta alla pandemia, negli ultimi mesi l’inflazione è tornata a crescere prima negli Stati Uniti e poi nell’Eurozona, uscita a inizio anno da una deflazione durata cinque mesi (la deflazione è il contrario dell’inflazione, cioè quando i prezzi scendono in un dato mese rispetto allo stesso mese dell’anno precedente). Secondo le principali istituzioni monetarie questo aumento è temporaneo, ma negli ultimi mesi si sono accumulati segnali che potrebbero far pensare che l’inflazione possa tornare a livelli sostenuti a lungo.

Birretta?
I residenti del New Jersey (Stati Uniti) con più di 21 anni che avranno ricevuto la prima dose del vaccino a maggio potranno ottenere una birra gratis in uno dei 13 birrifici dello stato che partecipano all’iniziativa «shot and beer» («iniezione e birra»), semplicemente mostrando la tessera che dimostra l’avvenuta vaccinazione. La scorsa settimana il governo del West Virginia ha annunciato che offrirà ai giovani residenti che si vaccinano un buono del Tesoro del valore di 100 dollari (più o meno 83 euro). 

Queste e altre iniziative simili vengono annunciate e avviate di continuo per convincere a farsi vaccinare contro il coronavirus. Negli ultimi tempi il ritmo delle vaccinazioni negli Stati Uniti è un po’ calato e molte persone hanno saltato il richiamo del vaccino. Con queste iniziative i governi locali e le aziende sperano di raggiungere le persone che non si sono ancora convinte a vaccinarsi o che potrebbero non presentarsi alla seconda somministrazione.

Noi ci sentiamo come sempre martedì prossimo. Se nel fine settimana vi trovate tra Francia e Belgio, lasciate le pietre dove sono. Ciao!

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