Sicilia da visitare…

LE VACANZE DELLA FAMIGLIA CACCIAPUOTI IN SICILIA:

Permanenza a GIARDINI NAXOS

Presso: Atahotel Naxos Beach Resort

1Exterior – Atahotel Naxos Beach Resort (Giardini Naxos – Italy)

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ALCUNI SCORCI CARATTERISTICI DI GIARDINI NAXOS:

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“Città -sorella” di Giardini Naxos, raggiungibile in automobile dalla S.P. 10 o in autobus con l’Autolinea INTERBUS che effettua frequenti collegamenti tra le due città (ogni 30 minuti circa e nel periodo estivo anche fino a mezzanotte).

Taormina conserva un ricco patrimonio artistico e architettonico: dai resti greci e romani del Teatro Antico, dell’Odeon, della Naumachia, per giungere, più vicini ai nostri giorni, alla Badia Vecchia, al Palazzo Duchi di S.Stefano e al Palazzo Corvaja, testimone della prima ora del Parlamento Siciliano.

Taormina (C.A.P. 98039) dista 249 Km. da Agrigento, 183 Km. da Caltanissetta, 57 Km. da Catania, 154 Km. da Enna, 45 Km. da Messina, alla cui provincia appartiene, 282 Km. da Palermo, 161 Km. da Ragusa, 115 Km. da Siracusa, 381 Km. da Trapan
Il comune conta 10.465 abitanti e ha una superficie di 1.316 ettari per una densità abitativa di 795 abitanti per chilometro quadrato. Sorge in una zona collinare, posta a 206 metri sopra il livello del mare.

Nel 212 ebbe un forte sviluppo passando con tutta la Sicilia nelle mani dei Romani. I Normanni ne presero possesso nel 1079 facendone una città prospera per tutto il periodo del basso Medioevo. Nel sec. XVII gran parte del suo territorio fu posto in vendita agli Spagnoli e la rivolta antispagnola del 1674 non fece altro che provocare ulteriori depauperamenti. Esclusa da tutti i traffici commerciali, Taormina si aprì all’industria del turismo ottenendo eccellenti risultati.

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Nota per essere una delle capitali del turismo siciliano, Taormina basa la sua produzione sui prodotti ortofrutticoli e sul pesce fresco. Presente anche l’artigianato locale basato sulla lavorazione del legno e del ferro e sui ricami fatti a mano.
Facente parte dei paesi della Vitùlia, la terra dei vitelli, l’origine del suo nome deriva sia dal greco Tauromenion che dal latino Tauromenium entrambi significanti “Toro”. Molteplici sono le civiltà che si sono succedute a partire dal sec. VIII a.C., nel territorio di Taormina. Originariamente città dei Siculi, nel 392 fu conquistata da Dionigi I di Siracusa, nel 358 da Anomarco, padre dello storico Timeo e nel 345 dal generale corinzio Timoleonte. Fu in seguito posesso di Agatocle e di Ierone II di Siracusa.

Del periodo mediovale sono le mura militari che dal Monte Tauro si spingono fino al castello fatto erigere inizialmente dagli Arabi e terminato dai Normanni verso il ‘300. Fra i monumenti più importanti sono il Palazzo Corvaja, sede antica del Parlamento Siciliano, il Palazzo dei Duchi di S. Stefano, il Palazzo Ciampoli del quattrocento, la Basilica di S. Nicolò con all’interno un dipinto su tavola di A. Giuffrè (1463-1510), la Torre dell’Orologio con la Porta di Mezzo da cui si accede al borgo, l’ex Convento di San Domenico con annessa la Chiesa che conserva elementi originali come il Chiostro e il Campanile, la Badia Vecchia o Badiazza, un torrione merlato di età normanna. Taormina è ricca di zone archeologiche dove è possibile ammirare il Teatro Greco (secondo in Sicilia per vastità dopo quello di Siracusa) costruito in epoca ellenistica e recentemente restaurato, i resti dell’Odeon, costruzione romana di età imperiale e le Naumachie, un grandioso avanzo di ingegneria idraulica dell’epoca romana.

Perla del turismo siciliamo, Taormina nei mesi di luglio-agosto organizza la famosa manifestazione di cinema, musica e teatro “Taormina Arte” che riscuote grande eco in tutta la Sicilia.

1(Teatro Greco di Taormina)

2(Taormina vista dall’alto)

ALTRE STUPENDE IMMAGINI DI TAORMINA

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9 Taormina (ME) | Taormina,Il Duomo di S.Nicolò(XIII sec)

10 ritagliata(Tilde, Gianni stanchissimi, riposano seduti accanto al Duomo di San Nicola)

SPOSTANDOSI VERSO IL NORD DELL’ISOLA:

IL VULCANO ETNA

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Esce talvolta da questo monte a l’aura un’altra nube

mista di nero fumo e di roventi

faville, che di cenere e di pece

fan turbi e groppi, ed ondeggiano a scosse

vibrano ad ora or lucide fiamme

che van lambendo a scolorir le stelle;

e talvolta, le sue viscere stesse

da sè divelte, immani sassi e scogli

liquefatti e combusti al ciel vomendo

in fin dal fondo romoreggia e bolle

(VIRGILIO: Eneide, III, 900)

1(La cima del vulcano)

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3(Veduta in lontananza del vulcano innevato)

4(Ginestra dell’Etna)

5(Volpe dell’Etna)

L’ETNA è il maggiore vulcano d’Europa e uno dei più attivi al mondo. La sua possente e grandiosa mole, si eleva fino a 3300 m. circa, tra le vallate del fiume Alcantara e del Simeto che scorre nella piana di Catania e a ridosso del mare Ionio, nei mitologici siti della Riviera dei Ciclopi , coprendo una superficie di 1600 Km quadrati. Lo spettacolo naturale che offre tutto il territorio ove giace il Vulcano, ha ispirato la fantasia e i miti degli antichi e ne hanno tratto spunti poetici i grandi della letteratura di ogni tempo.

I Greci ne fecero la sede dell’officina di fabbro del dio Efesto, il dio Vulcano dei Romani, e del più formidabile dei Giganti, Encelado, figlio di Urano e Gea, che promosse con i suoi compagni, guerra di Zeus che, sommamente irritato gli scagliò contro i fulmini dell’Olimpo, rovesciandolo nel profondo del M.Etna, dove furioso, vomita ancora vampe di fuoco contro il cielo. Episodio della, “Gigantomachia”, ovvero la lotta fra i Giganti e gli dei, il disordine contro l’ordine imposto dal sovrano dell’Olimpo, Zeus.

LA RIVIERA DEI CICLOPI: ACI TREZZA – ACI CASTELLO – CAPO MULINI

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Panorama di Aci Trezza, il mitico sito omerico teatro della leggenda di Ulisse. Le isolette di fronte alla cittadina che sorgono dal mare sono gli scogli dei Ciclopi che Polifemo accecato da Ulisse lanciò contro il fuggiasco.

Aci Trezza venne resa ulteriormente famosa da Giovanni Verga (Catania 1840-1922), l’illustre teorico del verismo letterario italiano che si riallaccia al positivismo europeo e al naturalismo francese, di cui fu il massimo esponente siciliano con Luigi Capuana (Mineo 1839 – Catania 1915).

Ad Aci Trezza il Verga ha ambientato il suo celebre romanzo “I Malavoglia”.

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ACI CASTELLO

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Aci Castello, con il maniero costruito su antiche colate laviche basaltiche prismatiche, venne eretto con blocchi squadrati dello stesso materiale su cui poggia. Il Castello normanno venne eretto nel 1076 da Ruggero di Lauria a cui appartiene.

CAPO MULINI

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La scogliera rocciosa di Capo Mulini rivela l’intensa suggestione ambientale di questo splendido tratto di costa dagli aspri contorni e riparate calette sabbiose, oggi stazioni balneari di grande prestigio e richiamo.

CATANIA

5(Lungomare di Catania)

Catania è una delle poche città in Italia ad offrire paesaggi tanto diversi concentrati in un solo sito. Sorge sulla costa orientale dell’isola, ai piedi del vulcano Etna (il più alto d’Europa) e a metà strada tra le città di Messina e Siracusa. Il suo territorio comprende anche una vasta fetta della piana di Catania e tutto il Calatino. La piana di Catania (‘a Chiana) è una tra le più estese aree coltivate della Sicilia e la sua zona più vicina al mare costituisce l’oasi del Simeto, riserva regionale di circa 2.000 ettari istituita nel 1984. L’Oasi del Simeto prende nome dal fiume Simeto, il più importante dell’isola, che sfocia a sud della città. Catania si affaccia sul mar Ionio con il golfo che prende il suo nome.
Inoltre intorno al vulcano sorge un’altra famosa area naturale protetta, quella del Parco dell’Etna.

Il territorio è prettamente pianeggiante a sud e sud est, e montuoso a nord per la presenza del vulcano Etna. Il nucleo originario della città era situato su un colle che corrisponde all’odierna piazza Dante, dove sorge l’ex-monastero dei benedettini. L’unico altro rilievo importante è la collina Santa Sofia, dove sorge la Cittadella Universitaria, al confine con Gravina, comune del vasto hinterland.

Il verde pubblico è costituito dai parchi situati all’interno della città. Sono sei quelli di una certa grandezza e importanza: il Giardino Bellini, detto ‘a villa o Villa Bellini e dedicato a Vincenzo Bellini, il Giardino Pacini, detto Villa ‘e varagghi (cioè “degli sbadigli”, perché si diceva frequentata soprattutto da pensionati e da sfaccendati in genere), il Parco Gioeni (situato a nord, alla fine della via Etnea), il Parco Falcone e Borsellino (a nord del Corso Italia), il parco I Viceré (nel quartiere Barriera Canalicchio) e il Boschetto della Plaia (nella zona tra l’Aeroporto Vincenzo Bellini e la città). Tra gli altri, per l’importanza storica e per la conservazione della biodiversità si segnala l’Orto botanico di Catania.

La città è attraversata da un fiume sotterraneo, l’Amenano. In passato, poco fuori le mura ad ovest, si poteva trovare il lago di Nicito, al fiume collegato e ormai coperto dalla colata lavica del 1669 (l’omonima via ne ricorda l’ubicazione). Attualmente, l’Amenano si rende visibile all’Acqua a linzolu, fontana in marmo bianco che sorge tra la Pescheria e la piazza del Duomo e nei sotterranei del locale Ostello Agorà. Ma è stato tutto il territorio circostante a mutare profondamente in seguito a calamità naturali come questa: la costa a nord del porto è appunto una scogliera sorta in seguito alle varie colate laviche, in epoca storica nel 1169, 1329 e 1381, anno in cui venne coperta anche parte dell’antico Porto Ulisse; tale tratto di costa è chiamato appunto La Scogliera e comprende la famosa spiaggetta di San Giovanni li Cuti). L’area a sud del Castello Ursino, un tempo a picco sul mare, è invece il prodotto dell’enorme colata del 1669 che accerchiatolo si spinse per qualche chilometro verso il mare. La costa a sud del porto venne profondamente modificata formando il litorale attuale (la Plaia) che è, invece, sabbioso .

Le origini del nome
Secondo lo storico greco Plutarco, il suo nome deriva da katane (cioè grattugia), per l’associazione con le asperità del territorio lavico su cui sorge, od anche dal protolatino katina (catino, bacinella) per la conformazione naturale a conca delle colline intorno alla città. L’etimologia resta comunque oscura[4]: secondo altre interpretazioni, il nome deriverebbe dall’apposizione del prefisso greco katà- al nome del vulcano Etna (Aitnè, dal greco) (in modo che ne risulti “nei pressi di” o “appoggiata” all’Etna).

1(Catania Duomo)

2(Panorama Catania)

3(La Cattedrale)

4(Castello Svevo Ursino)

5(Teatro Romano di Catania)

SIRACUSA

6(Siracusa panorama)

Siracusa (Sarausa in siciliano) è una città di circa 123.595 abitanti, capoluogo dell’omonima provincia della Sicilia. Sorge sulla costa sud-orientale dell’isola.
È la quarta città della Sicilia per numero di abitanti, dopo Palermo, Catania e Messina. Già definita da Cicerone “la più grande e bella di tutte le città greche”, dal 2005, insieme con la necropoli rupestre di Pantalica, è stata dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Il nome Siracusa deriva dal siculo Syraka (abbondanza d’acqua) per la presenza di molti corsi d’acqua e di una zona paludosa. Sia in greco che in latino è al plurale, Siracusae, perché la città fondata da Archia, un nobile di Corinto nel 734 a.C., divenne in pochi anni la Pentàpoli in quanto al nucleo originale, costituito sull’isola di Ortigia si aggiunsero man mano altri quattro nuclei: Acradina, Tiche, Neàpoli ed Epipoli.
La città si sviluppa in parte sul promontorio-isola di Ortigia e in parte sulla terraferma. La conformazione della costa determina l’ampia insenatura del Porto Grande, cinta a nord dall’Isola e a sud dal promontorio del Plemmirio. Il territorio del comune è attraversato dai fiumi Ciane, Anapo e dai canali artificiali Mammaiàbica, Pismotta e Regina che sfociano all’interno del Porto Grande favorendo la formazione di zone acquitrinose, storicamente chiamate Pantanelli.

Dalle Verrine di Cicerone
Descrizione dell’antica Siracusa:

Cicerone
« Avete spesso sentito dire che Siracusa è la più grande città greca, e la più bella di tutte. La sua fama non è usurpata: occupa una posizione molto forte, e inoltre bellissima da qualsiasi direzione vi si arrivi, sia per terra che per mare, e possiede due porti quasi racchiusi e abbracciati dagli edifici della città. Questi porti hanno ingressi diversi, ma che si congiungono e confluiscono all’altra estremità. Nel punto di contatto, la parte della città chiamata l’isola, separata da un braccio di mare, è però riunita e collegata al resto da uno stretto ponte. La città è così grande da essere considerata come l’unione di quattro città, e grandissime: una di queste è la già ricordata “isola”, che, cinta dai due porti, si spinge fino all’apertura che da accesso ad entrambi. Nell’isola è la reggia che appartenne a Ierone II, ora utilizzata dai pretori, e vi sono molti templi, tra i quali però i più importanti sono di gran lunga quello di Diana e quello di Minerva, ricco di opere d’arte prima dell’arrivo di Verre. All’estremità dell’isola è una sorgente di acqua dolce, chiamata Aretusa, di straordinaria abbondanza, ricolma di pesci, che sarebbe completamente ricoperta dal mare, se non lo impedisse una diga di pietra.
L’altra città è chiamata Acradina, dove è un grandissimo Foro, bellissimi portici, un pritaneo ricco di opere d’arte, un’amplissima curia e un notevole tempio di Giove Olimpio; il resto della città, che è occupato da edifici privati, è diviso per tutta la sua lunghezza da una larga via, tagliata da molte vie trasversali. La terza città, chiamata Tycha perché in essa era un antico tempio della Fortuna, contiene un amplissimo ginnasio e molti templi: si tratta di un quartiere molto ricercato e con molte abitazioni. La quarta viene chiamata Neapolis (città nuova), perché costruita per ultima: nella parte più alta di essa è un grandissimo teatro, e inoltre due importanti templi, di Cerere e di Libera, e la statua di Apollo chiamata Temenite, molto bella e grande, che Verre, se avesse potuto, non avrebbe esitato a portar via. »

La fama di Siracusa è legata alla sua storia greca, quando la polis comandava sui mari insidiando la potenza di cartaginesi e romani fino a diventare il primo grande impero d’occidente. Di quell’epoca restano molte testimonianze, come la famosissima Fonte Aretusa, una fonte d’acqua dolce nel cuore di Ortigia, legata al mito di Aretusa e Alfeo celebrato da tanti poeti e scrittori e l’Acquedotto Galermi.

1(Fonte Aretusa)

Nell’area archeologica della Neapolis, l’antico cuore della città si trovano il Teatro greco,

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Dotato di un’eccellente acustica era sede di rappresentazioni oratorie e teatrali, animando la vita politica e culturale della città. Ad oggi esso è il fulcro delle rappresentazioni classiche dell’INDA.

Anche l’Orecchio di Dionisio, cavità artificiale ricavata dall’estrazione della pietra, è spesso sede di spettacoli estivi di grande suggestione.

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L’ORECCHIO DI DIONISIO

Il nome di questa grotta artificiale, lunga m. 65 per 23 dfi altezza, venne coniato da Michelangelo Merisi, il Caravaggio, quando nel 1586, in compagnia dell’archeologo siracusano Vincenzo Mirabella, visitò le Latomie del Paradiso e la grotta, per la rassomiglianza dell’ingresso della cavità, con l’orecchio umano. Da questo episodio e da questa denominazione caravaggesca, nacque la leggenda che Dionisio avesse fatto scavare la grotta per adibirla a carcere per ascoltare i discorsi dei prigionieri, data la straordinaria proprietà acustica ancora oggi esistente nella gigantesca caverna. In essa, tra l’altro, durante l’estate, i visitatori possono trovare un poco di refrigerio al gran caldo estivo patito nella città.

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A pochi passi si trova anche l‘Ara di Ierone un altare monumentale voluto da Gerone II.

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Non molto distante da Siracusa, in posizione dominante, l’enorme complesso è la fortezza più imponente del mondo greco ( fu costruito nel V-IV secolo a.C. per volere di Dionisio il Vecchio a difesa contro gli attacchi cartaginesi. Vero gioiello di architettura militare, il castello era costituito da un corpo rettangolare, di fronte al quale era stato realizzato un enorme fossato e da un corpo trapezoidale, all’interno del quale vi erano le cisterne. Presenti numerosi sistemi difensivi ingegnosi, tra i qua i sotterranei, usati dalle truppe per spostarsi non visti ovunque potendo sempre cogliere di sorpresa il nemico.

La città era anticamente difesa da una cinta muraria che aveva il suo apice nel Castello Eurialo, unico esempio di fortezza greca ancora intatta e mai espugnata, che dominava la città nel punto più avanzato. Per la sua costruzione e per la costruzione degli altri templi di epoca greca furono edificate diverse latomie, di cui la più famosa è

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la Latomia dei Cappuccini nella quale vennero rinchiusi i soldati prigionieri della guerra con Atene, lasciati morire di fame e stenti.

Siracusa possiede anche alcuni templi parzialmente intatti, di cui il più famoso è il

10Tempio di Apollo

il più antico della Sicilia e collocato in Ortigia;

11mentre il Tempio di Zeus detto “rui culonne” (due colonne) perché dell’intera costruzione restano in piedi solo due colonne, risulta essere il secondo tempio più antico della città.

12(Duomo di Siracusa)

La stessa Cattedrale non è altro che lo splendido Athènaion fatto erigere da Gelone dopo la vittoria di Himera: entrandovi si ripercorre la storia della religione in Occidente: dal naòs (la cella del tempio greco) è stata ricavata la navata centrale, mentre il perimetro delle navate laterali è segnato dalle possenti colonne doriche dell’antica peristasi.

L’epoca romana

L’epoca romana ridimensionò vistosamente la città, quanto a splendore e importanza. Tuttavia restano diverse opere di notevole importanza come, l’Anfiteatro romano, tra i più grandi d’Italia; usato per le lotte dei gladiatori e gli spettacoli circensi, e le battaglie navali (naumachia), il Ginnasio romano e l’intricata rete di catacombe (la più importante ed estesa dopo quella di Roma) dove i primi cristiani difendevano il loro diritto di espressione religiosa.

Secondo la tradizione, Siracusa divenne la prima città dell’Occidente in cui fu fondata una comunità cristiana. Ma sorge anche la chiesa di San Giovanni alle catacombe, luogo ove Paolo di Tarso predicò la fede cristiana, rendendo di fatto Siracusa, insieme all’opera di san Marciano, suo primo vescovo, uno dei primi centri di diffusione del cristianesimo in Europa. Particolarmente importante è la cripta di san Marciano sotto la chiesa di San Giovanni alle catacombe che ha accolto il corpo del primo vescovo fin quando a causa dell’invasione araba furono traslate a Gaeta. La cripta è tuttora frequentato come luogo religioso sia da Cattolici che Ortodossi.
La città fu strappata nel V secolo all’Impero romano dai vandali, insieme a tutta la Sicilia.

Siracusa bizantina
Siracusa fu conquistata insieme a tutta la Sicilia nel 535, dal generale bizantino Belisario, inviato a conquistare l’Italia, dall’imperatore bizantino, Giustiniano I. Quando Belisario prese la città, fu entusiasticamente applaudito dalla popolazione.

Hexagram di Costante II, rappresentato insieme al figlio Costantino IV.
Nel 663 l’imperatore Costante II, per un suo preciso disegno politico che intendeva porre la Sicilia al centro dei suoi domini, elesse Siracusa come propria sede e, conseguentemente al costume tardo-antico, la città divenne capitale dell’impero dei Romani (questa la corretta definizione dell’impero bizantino). Fu, questo, momento fondamentale della storia di Sicilia, in cui Siracusa, sede della corte imperiale bizantina, visse un suo grande periodo di splendore. Costante trovava una popolazione largamente ellenizzata sin dai tempi del grande generale Belisario, in un sito di eccezionale rilevanza geografica per il controllo sul mar Mediterraneo e l’intervento militare nelle province vicine. Con Costante II la Sicilia approfondì le sue radici elleniche, essendo avvenuto nell’isola il passaggio dal rito latino al greco. Il 15 settembre 668, Costante II morì, egli fu assassinato in un complotto organizzato dal membro di corte, Mecezio. Scoppiò allora la guerra civile, perché Mecezio, si nominò imperatore bizantino, ma il figlio di Costante II, Costantino IV, che era stato incoronato imperatore a Costantinopoli, preparò una spedizione contro di lui e nel 669 Mecezio fu sconfitto e la capitale trasferita nuovamente a Costantinopoli.
Nel 692 la città divenne il capoluogo del Thema di Sicilia. Il 21 maggio 878, dopo più di 50 anni che gli Arabi erano sbarcati ed dopo un lunghissimo assedio, Siracusa fu conquistata dagli arabi, che massacrarono circa 5.000 abitanti, suscitando nel mondo bizantino, e non solo, uno shock, che durerà per molto.

Periodo tra l’878 al XVII

Le conquiste di Giorgio Maniace in Sicilia tratteggiate in rosso.
Durante il secolo XI nella Sicilia musulmana ci fu una profonda crisi politica che oppose l’imam Fatimide ai governatori Kalbiti, che alla fine furono sconfitti e allontanati. I Kalbiti diedero la notizia all’imperatore bizantino Michele VI, che decise di mandare una spedizione conquista in Sicilia, comandata dal fratello Stefano il Calafato e Giorgio Maniace. Quindi nell’estate del 1038, la spedizione bizantina, sbarcò in Sicilia, dove in brevissimo tempo, ci fu l’occupazione di Messina. Successivamente la spedizione si diresse verso l’antica capitale dell’isola, Siracusa, che resistette fino al 1040, prima di cadere nelle mani dei bizantini. Maniace fu l’unico condottiero che riuscì, prima dei normanni, a liberare seppur temporaneamente (sino probabilmente al 1043) la città aretusea dai musulmani. A testimonianza di quella impresa mandò le reliquie di Santa Lucia a Costantinopoli e fece costruire in città una fortilizio che ancora oggi, pur se ampliato poi da Federico II, porta il nome di Castello di Maniace.

Santa Lucia alla Badia.
Da ricordare anche la nascita di altri importanti chiese come quella di San Martino, la Chiesa di San Giovannello, ma soprattutto la Chiesa di Santa Lucia al Sepolcro costruita per contenere le spoglie di Santa Lucia attualmente custodite a Venezia. Oggi ospita il famoso quadro del Caravaggio. Risalgono a quell’epoca anche i grandi palazzi nobiliari: Palazzo Montalto e Palazzo Gargallo, nonché la costruzione del Bagno ebraico (Miqwe),il più antico d’Europa all’interno dell’antico ghetto di Ortigia.
La rinascita barocca
Dopo il disastroso terremoto del 1693, la città conobbe un nuovo risorgimento architettonico. Nuovi edifici e chiese vennero costruiti per riportare all’antico splendore la città. Le famiglie nobiliari sostennero l’architettura tramite una serie di edifici, come il Palazzo Impellizzeri, il Palazzo Beneventano del Bosco, l’Arcivescovado e diverse chiese quali: Chiesa dell’Immacolata, Chiesa di San Giuseppe, Chiesa dei Cappuccini, Chiesa di San Filippo Neri, Chiesa di Santa Lucia alla Badia, Chiesa del Collegio ecc.
Infine fu realizzato il Palazzo del Vermexio (Municipio), sede del governo della città.

Ottocento e Novecento

Il seppellimento di Santa Lucia, di Caravaggio
Siracusa ha ormai perso terreno rispetto ai fasti del passato, così anche l’architettura ne risente. Pochi gli interventi importanti di quest’epoca, se non il Teatro Comunale e la Tonnara di Santa Panagia oggi in disuso. La Fontana di Artemide è uno degli ultimi interventi monumentali della città, costruita per abbellire l’odierna piazza Archimede.
Negli anni ’50 del Novecento, a seguito del fenomeno della Madonna delle Lacrime, fu iniziata e successivamente completata la costruzione dell’imponente santuario omonimo.
In Ortigia è stato costruito il “terzo” ponte di accesso all’isola, opera fondamentale soprattutto per ragioni di viabilità e sicurezza.

Ma non si può terminare la visita a Siracusa se non si va a visitare il SANTUARIO DELLA MADONNA DELLE LACRIME

1(Siracusa: Il Santuario della Madonna delle Lacrime)

Il progetto degli architetti francesi Michel Andrault e Pierre Parat, scelto sulla base di un concorso internazionale, è un’opera d’arte che esprime, con grande intensità, il sentimento religioso dell’uomo d’oggi e simboleggia la lacrima della Madonna.
Il Santuario è una arditissima costruzione assimilabile ad un paraboloide iperbolico, alla cui base si trova la cripta che misura 71,40 metri di diametro (escluse le cappelle sospese che misurano 13,50 metri), e 74,30 metri di altezza dal piano di calpestio escluso la cripta (mt. 10) ed il coronamento (mt. 20). È un’opera, nel suo genere, fra le più originali del mondo.

2(Siracusa: Il Santuario della Madonna delle Lacrime,
in primo piano il Museo Paolo Orsi)

LA CRIPTA

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La Cripta è stata inaugurata il 28 agosto del 1968. Di forma circolare, ha un diametro esterno di 80 m, quello interno di 38 m ed una altezza di 9 metri. Vi si può accedere da 18 ingressi ed ha la capienza di circa 3.000 posti a sedere.
L’altare centrale è posto su una pavimentazione in granito rosso. Il presbiterio a semicerchio vuole dare l’idea dell’accoglienza. Il quadretto della Madonna è stato su questo altare dal 1968 al 1987 e dal 1° Maggio del 1994 al 4 Novembre del 1994.

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Nella Cripta si trovano diverse cappelle.
Una è adibita alla celebrazione del sacramento della Riconciliazione; un’altra accoglierà in maniera permanente un presepe con sculture in terracotta di Caltagirone di diversa epoca; un’altra ancora sarà adibita a “Museo dei Paramenti”.
Le altre 8 cappelle sono arricchite da artistiche grandi icone in mosaico dedicate rispettivamente: alla Sacra Famiglia, a S. Lucia, a S. Agata, a S.Corrado, a S. Francesco (‘Istituto Artistico Mellini’ di Firenze); al Crocifisso (‘Arte Musiva’ di Milano); ai SS. Pietro e Paolo e al Sacro Cuore di Gesù (‘Scuola del Beato Angelico’ di Milano).

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Guardando l’altare maggiore, sul lato sinistro si trova un reperto archeologico (un ipogeo bizantino – tardo antico ovvero una camera sepolcrale?) sotto il quale vi sono due ambienti greco-romani (non accessibili) vicino ai quali scorre un piccolo corso d’acqua.

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CARI AMICI IL VIAGGIO TERMINA QUI, CIAO ALLA PROSSIMA, CON AFFETTO, MATILDE

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