Sul Coronavirus, dal Post

A oggi sono stati segnalati 192.994 casi positivi in Italia.
Sono le 18 e 15.

Oggi numeri.

Per farci un’idea dell’epidemia da coronavirus nelle regioni italiane, abbiamo messo a confronto i dati comunicati ieri dalla Protezione Civile con quelli di dieci giorni prima. Prima di cominciare, è bene ricordare che i dati mostrano una situazione parziale e non comprendono tutti i casi positivi reali, che inevitabilmente sfuggono ai controlli. Nel loro complesso, comunque, questi numeri possono aiutarci ad avere un’idea della diffusione del contagio.

Rispetto alla popolazione, la Valle d’Aosta è la regione con più casi (0,87 per cento), seguita dalla Lombardia (0,70 per cento) e dalla provincia di Trento (0,69 per cento). L’Emilia-Romagna arriva subito dopo con lo 0,53 per cento, seguita dalla Liguria con lo 0,45 per cento. Agli ultimi posti ci sono Calabria, Basilicata e Sicilia con meno dello 0,06 per cento.

I nuovi casi della Lombardia negli ultimi 10 giorni hanno costituito da soli quasi un terzo del totale dei nuovi casi: 9.851 a fronte di 30.457. I nuovi casi nel comune di Milano negli ultimi dieci giorni sono stati 1.364, quasi gli stessi di tutti quelli rilevati nello stesso periodo in Toscana.

La regione dove i casi totali registrati sono aumentati di più negli ultimi dieci giorni, in percentuale, è il Piemonte: il 35 per cento. Per fare un paragone, quelli della Lombardia sono aumentati del 16,3 per cento, e quelli del Veneto del 18,5 per cento.

I morti negli ultimi 10 giorni in Lombardia – 2.039 – sono oltre due volte e mezzo quelli del Centro e del Sud Italia messi insieme (779). I morti in tutto il Sud Italia negli ultimi dieci giorni sono stati 330, cioè più o meno gli stessi del solo Veneto (324).

La regione che in numero assoluto ha fatto più tamponi negli ultimi dieci giorni è la Lombardia con 91.623, seguita dal Veneto con 84.998. Per arrivare alla terza c’è uno scarto notevole: il Piemonte ne ha fatti 48.800.

Trovate ulteriori dati e confronti, con i grafici regione per regione, qui.

Oggi, in Italia
A proposito di dati, la Protezione Civile oggi ha comunicato che dall’inizio dell’epidemia i casi positivi totali sono 192.994, quindi 3.024 in più di ieri quando erano stati 2.646 in più rispetto al giorno precedente. I morti totali sono 25.969, con un aumento di 420 rispetto a ieri. In terapia intensiva sono ricoverati 2.173 pazienti, 94 in meno rispetto a ieri.

Ieri per la prima volta dall’inizio dell’emergenza dovuta al coronavirus la Protezione Civile ha diffuso i dati sulle persone sottoposte al tampone in Italia e nelle singole regioni, e non il semplice numero totale dei tamponi, che comprende i test “di controllo” sulle persone in via di guarigione, e quelli “doppi” fatti per conferma o se in presenza di risultati incerti. Le regioni che trovano meno casi positivi sul numero di casi testati sono l’Umbria (6,9 per cento), il Friuli Venezia Giulia (8,4 per cento), la Toscana (9,3 per cento) e il Veneto (9,5 per cento).

 
Rapporto ISS
E sempre a proposito di numeri (poi la smettiamo, promesso), l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato un nuovo rapporto i cui dati (aggregati con criteri diversi da quelli della Protezione Civile) indicano un rallentamento dell’epidemia in Italia. Il tasso di letalità tra i casi rilevati è pari al 13,1 per cento, quindi la percentuale di persone malate che muore in Italia a causa del coronavirus è ancora piuttosto alta se confrontata con quella di altri paesi.

L’ISS ha anche provato a fare una prima stima (molto approssimativa) dei luoghi di maggiore esposizione, cioè dei luoghi dove si è registrato un rischio più alto di rimanere contagiati. In prima posizione ci sono le strutture di assistenza come le case di riposo, le comunità per disabili e le RSA (residenze sanitarie assistenziali) con il 44,2 per cento dei casi. L’ambito familiare è al secondo posto con il 24,7 per cento dei casi, e deriva per lo più dal fatto che quasi sempre le persone infette convivono con gli altri membri della famiglia, facendo aumentare il rischio di contagio nonostante si assumano precauzioni. Al terzo posto sono risultati gli ospedali e gli ambulatori con il 10,8 per cento, seguiti dagli ambienti lavorativi con il 4,2 per cento.

A cosa servono davvero i tamponi, secondo Andrea Crisanti ?

Cura Italia
Oggi la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva il decreto “Cura Italia”, che contiene una serie di misure economiche e di altro tipo per 25 miliardi di euro per affrontare la pandemia da coronavirus. La conversione in legge, dopo che ieri il governo aveva ottenuto la fiducia sul decreto, è arrivata con 229 voti favorevoli, 123 contrari e 2 astenuti.

Una donna in moto davanti a un cartellone sul coronavirus
(EPA/LUONG THAI LINH/ansa)

Hanoi, Vietnam (EPA/LUONG THAI LINH/Ansa)

Consiglio Europeo
Giovedì sera il Consiglio Europeo – l’organo dell’Unione Europea che comprende i capi di stato e di governo – ha approvato la creazione di un “Fondo europeo per la ripresa” per affrontare i problemi economici dovuti alla pandemia. Sono state adottate le decisioni dell’ultimo Eurogruppo, fra cui la linea di credito “agevolata” del MES, la cassa di integrazione europea e un ampio intervento della Banca europea degli investimenti. Il pacchetto vale in tutto circa 540 miliardi di euro – fra cui sono compresi anche i 240 miliardi del “nuovo” MES, che però sono calcolati come se tutti i paesi ne facessero richiesta – e il Consiglio ha chiesto che diventi operativo a partire da giugno. C’è però ancora molto in sospeso e da decidere.

Intoppo
Nelle ultime ore diversi giornali hanno pubblicato articoli sul farmaco antivirale remdesivir, citando uno studio preliminare svolto in Cina secondo il quale il farmaco avrebbe deluso le aspettative nel trattamento di alcuni pazienti con la COVID-19. La ricerca contiene in effetti alcuni elementi che mettono in dubbio l’utilità del trattamento contro il coronavirus, ma deve essere ancora sottoposta a revisione e non offre comunque un quadro completo: era stata interrotta prematuramente dai ricercatori, prima che fosse condotta su un numero significativo di pazienti. A questo stadio, ricerche del genere passano di solito inosservate, proprio perché non forniscono ancora tutti i dati necessari per essere ritenute affidabili. Lo studio è invece finito su molti giornali e siti a causa di un errore da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ne ha pubblicato il riassunto introduttivo sul proprio sito, procedendo dopo qualche ora alla sua rimozione.

16 persone che tutti abbiamo incontrato durante una videochiamata ?

Ecuador
Il numero dei morti per l’epidemia da coronavirus in Ecuador potrebbe essere 15 volte superiore rispetto ai numeri ufficiali. Secondo un’analisi del New York Times dei dati sulla mortalità , dall’1 marzo al 15 aprile nel paese sono morte circa 7.600 persone in più rispetto alla media degli ultimi anni. È un dato molto lontano dal numero di morti che il governo ha ufficialmente attribuito al coronavirus: 503 dall’inizio dell’epidemia alla metà di aprile.

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Corea del Sud
Oggi le autorità sanitarie sudcoreane hanno comunicato che per la prima volta dal 16 marzo non sono stati registrati morti da coronavirus, e che ci sono stati soli 6 casi di contagio. In tutto i casi positivi rilevati nel paese sono 10.708, mentre i morti sono 240. Secondo le autorità sanitarie le persone attualmente positive sono circa 2mila. I dati sembrano confermare l’efficacia del “metodo coreano“, per quanto ci siano forti dubbi sulla possibilità di imitarlo efficacemente altrove (Italia compresa).

Luigi Di Maio non ha capito come funziona l’app Immuni ?

Weekend
Siamo prossimi al penultimo fine settimana prima del 4 maggio, giorno nel quale dovrebbe iniziare la cosiddetta “fase 2” con l’alleggerimento di alcune restrizioni. Nella sobria attesa dei dettagli da parte del governo, rinnoviamo il consiglio di provare a svagarvi il più possibile senza rincorrere le notizie per qualche ora (o impedire a loro di rincorrere voi: è una questione di punti di vista).
Se volevate fare il pane in casa, ma non avete trovato le materie prime, potete consolarvi con l’archivio dei lieviti madri (abbiamo controllato, si dice proprio così al plurale). Se invece temete che vi scada qualcosa in dispensa o in frigorifero, potete scoprire la vera data di scadenza degli alimenti. Altrimenti ci sono germogli da far crescere.
Nel caso in cui vi sia venuto il mal di schiena con lo smart working, questo potrebbe fare per voi. Se siete di quelli che non sanno mai bene che cosa dire su Zoom e Skype agli amici, qui trovate sei spunti per fare giochi di società a distanza.

Domani, inoltre, sarà il 25 aprile e i lettori del Post sanno che c’è un rito collettivo: leggere il 25 aprile spiegato da Makkox. Vale anche per voi nuovi iscritti alla newsletter, per i nuovi abbonati (grazie!) e per i conoscitori del Post da cinque minuti (benvenuti): siamo una grande comitiva.

Noi ci sentiamo come sempre lunedì, ma restiamo di guardia e pronti a scrivervi se dovesse succedere qualcosa, mentre voi cercate di pensare ad altro. Buon weekend!

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