Tavola rotonda oggi venerdì 4 dicembre presso l’aula consiliare del Comune di Dragoni sul tema de “La valorizzazione del comparto agro-zootecnico dell’Alto Casertano: l’esempio del Caciocavallo del Re”.

ASSOCIAZIONE NO PROFIT
PATTO PER L’ALTO CASERTANO
Caserta

Promossa dall’associazione no profit Patto per l’Alto Casertano, con il patrocinio del Comune e della Provincia di Caserta, l’iniziativa si inserisce nell’ambito del ciclo di incontri Politica e Territorio e vuole essere un valido momento di confronto e di riflessione su un prodotto ideato da un gruppo di amici che si riconoscono nel sodalizio Ppac e che punta ad inserirsi con un ruolo preponderante nel percorso di rilancio della filiera zootecnica del territorio a nord di Terra di Lavoro.

A presentarci il Caciocavallo del Re è il presidente di Patto per l’Alto Casertano, Giovanni Lavornia:
“Un prodotto ‘Reale’ non solo per il suo toponimo legato alla scoperta da parte del Sovrano, ma soprattutto in virtù del suo impareggiabile gusto e del suo inimitabile sapore che lo pongono indiscutibilmente fra le eccellenze agroalimentari della “olim Terra Felix”.
Proprio dai comuni della parte alta, tra cui Dragoni, Alvignano, Ruviano, Caiazzo, Castel di Sasso, Pontelatone, Piana di Monte Verna, Baia e Latina, Pietramelara, Pietravairano, Alife e Gioia Sannitica, arriva la migliore produzione di latte vaccino controllato e selezionato, dalla cui artigianale ed antica trasformazione è possibile gustare il Caciocavallo del Re, indubbiamente riservato ai palati più raffinati ma capace di far innamorare anche chi non ha mai amato i formaggi.
La nostra associazione vuole lanciare questo prodotto di nicchia che racchiude in sè storia, qualità e tradizioni”.

Si racconta che il Re Ferdinando I di Borbone, detto anche Re Lazzarone e Re Nasone, durante una sua visita nel medio Volturno, abbia assaggiato un caciocavallo e pare ne abbia commissionati più di mille chiedendo che fosse messa nella testa dello stesso un’oliva caiazzana.

Da qui il nome di “Caciocavallo del Re” che si distingue dagli altri dal sapore unico ed inconfondibile e dall’oliva caiazzana nella testa.

Un prodotto che è indubbiamente entrato di diritto nella Nouvelle couisine, tanto da vivere una seconda giovinezza, ed è la proposta dell’Alto Casertano da gustare nelle diverse fasi di riposo: fresco, affumicato, stagionato medio (6 mesi) e stagionato lungo (12 mesi); fresco dopo appena 7 giorni dalla produzione accompagnato da vino “Pallagrello bianco” o stagionato lungo, accompagnato da miele di castagno e vino rosso Casavecchia.

Il “Caciocavallo del Re” è candidato ad essere il prodotto di riferimento di un territorio incontaminato, quale l’Alto Casertano, la cui vocazione è agricola e nel cui territorio si ha ancora rispetto della terra e dei prodotti che la stessa offre; le emozioni, le sensazioni, le tradizioni nella produzione, nella conservazione e nella condivisione di un prodotto eccellente danno un valore maggiore al “Caciocavallo del Re” in totale sinergia con l’ecosistema e con l’ambiente.

L’unico capace di far sognare chi lo mangia; bisogna assaporarlo nei luoghi giusti, in famiglia, in campagna, magari nei comuni di origine, nei numerosi agriturismi esistenti nell’Alto Casertano che offrono prodotti genuini e controllati.

Al convegno organizzato da Ppac, dopo i saluti istituzionali del sindaco e consigliere provinciale Silvio Lavornia, del presidente della Provincia di Caserta Angelo Di Costanzo, dell’assessore del comune di Caiazzo e vice presidente di Patto per l’Alto Casertano, e del consigliere comunale dragonese e responsabile Imprenditori Agricoli dell’associazione Ppac Marco Negri, ne discuteranno il direttore dell’Arac Maurizio De Renzis, la docente Nicoletta Murru del dipartimento di Medicina Veterinaria e produzioni animali dell’Università Federico II, il commissario dell’istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno Antonio Limone, il docente Vincenzo Peretti del dipartimento di Medicina Veterinaria e produzioni animali dell’Università Federico II.

Le conclusioni saranno affidate al consigliere regionale Gennaro Oliviero, presidente della commissione Ambiente della Regione Campania.

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