Terremoto Ischia, Protezione civile: “Case con materiali scadenti”. Geologi: “Serve prevenzione”

Per i tecnici è

di PAOLO GALLORI

ROMA – L’Italia continua a risvegliarsi tra le macerie, sorprendendosi ogni volta del suo essere in cronica emergenza per il rischio sismico. Ma sapere che in un Paese membro del G8 si possa morire per una scossa di magnitudo 4, quindi di moderata entità al di là della necessaria contestualizzazione del caso Ischia, è tema che apre inevitabilmente un nuovo fronte nel dibattito e nelle polemiche.

“C’è un discorso di specificità dell’isola d’Ischia che è in area vulcanica. Quello che però ho potuto vedere oggi è che molte costruzioni sono realizzate con materiali scadenti che non corrispondono alla normativa vigente, per questo alcuni palazzi sono crollati o rimasti danneggiati”, dice Angelo Borrelli, capo della Protezione civile, in conferenza stampa a Casamicciola.

Terremoto Ischia, Boschi (ex Ingv): ”Magnitudo 3,6 era impossibile, ora c’è rischio di altre scosse”

Enzo Boschi, ex presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, davanti alle prime immagini della distruzione di Ischia, su Twitter esprime perplessità rispetto a una prima stima della magnitudo – ancor più bassa, 3.6, – poco credibile. “Pur senza accesso ai dati, penso sia una sottovalutazione”. L’attuale presidente dell’Ingv, Carlo Doglioni, chiarisce successivamente come il primo comunicato diffuso dall’istituto fosse stato stilato in base a informazioni “redatte in automatico dal sistema informatico, che spesso indica una profondità di 10 km”. Dalle analisi successive si è accertato che il sisma era avvenuto a soli 5 chilometri di profondità, per una magnitudo innalzata a livello 4. Può bastare, simile correzione, a considerare normali gli effetti del terremoto sull’isola?

La risposta, secondo un altro tecnico, il presidente del Consiglio nazionale dei Geologi Francesco Peduto, è una sola: no. “È francamente allucinante che un terremoto di tale magnitudo possa provocare danni e vittime nel nostro Paese. Che si conferma estremamente vulnerabile. Quello che lascia più interdetti è la mancanza di atti concreti per la prevenzione”. Eccola ritornare, dunque, la parola chiave. E qui il presidente del Cng chiama in causa, senza troppi giri, il governo e il post-Amatrice, da Renzi a Gentiloni. “Si è parlato di tante cose. Tante chiacchiere, ma un anno dopo (il terremoto in Italia centrale, ndr) non è stato fatto quasi nulla”.

“Il governo e il Parlamento – è l’invito di Peduto – si assumano la responsabilità di decidere senza farsi distogliere da interessi e lobby varie”. Decidere, ad esempio sul fascicolo del fabbricato, che Peduto caldeggia allontanando con sdegno il sospetto di un interesse corporativo. “Ma veramente qualcuno crede ancora alla favola dei tecnici che si arricchirebbero con il fascicolo? Far conoscere lo stato di sicurezza delle case dove un cittadino abita o lavora è un fatto di etica innanzitutto, un principio morale prima ancora che una misura di salvaguardia e di prevenzione civile. Le misure per la prevenzione non possono non essere al centro dell’agenda del prossimo governo”.

• STATO DI SICUREZZA DELLE CASE
A Ischia, secondo Egidio Grasso, presidente dell’Ordine dei Geologi della Campania, le cause di crolli, evacuazioni e vittime “potrebbero essere ricercate nei fenomeni di amplificazione sismica locale o attribuite alle costruzioni fatiscenti, abusive e realizzate senza alcuna verifica sismica”. Perché, ribadisce Grasso, non è normale tanta distruzione per un terremoto di magnitudo 4: “Giusto per far capire, l’energia liberata da un terremoto di magnitudo 6, paragonabile a quelli registrati di recente in Italia centrale, è circa 1000 volte più forte di quella liberata dal terremoto registrato a Ischia”.

• ABUSIVISMO
Anche l’ingegner Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l’università Sapienza di Roma e presidente di Sogeea SpA, pur considerando le peculiarità geologiche di un territorio dal sottosuolo “particolarmente fragile”, punta il dito contro un abusivismo colpevolmente tollerato, denunciato con durezza anche da Legambiente. “Ischia nel corso dei decenni è stata sottoposta a una sistematica speculazione edilizia: si è costruito anche là dove leggi e buon senso non lo avrebbero permesso e, in molti casi, lo si è fatto di fretta, utilizzando materiali e tecniche di scarsa qualità e senza prevedere alcun accorgimento antisismico”.

• RICHIESTE DI CONDONO
Per dare un’idea della portata del fenomeno sull’isola, all’ingegnere basta tirare fuori un dato: “Solo per il Comune di Ischia sono state presentate 7.235 domande di condono in 30 anni, 4.408 delle quali risultavano ancora da evadere ad aprile dello scorso anno”. Numeri che raccontano di un patto sottotraccia, una contiguità malata tra interesse pubblico e privato. “Non si vuole combattere seriamente certi fenomeni – sottolinea infatti Simoncini -. Lo testimoniano anche la recente legge varata proprio dalla regione Campania, il disegno di legge Falanga o la clamorosa defenestrazione del sindaco di Licata. Va necessariamente rovesciata la logica perversa che subordina l’agire politico e amministrativo alla ricerca di consenso. Allo stesso tempo, c’è bisogno di un salto di qualità culturale da parte dei cittadini: la legalità e il rispetto delle regole vanno visti come valori da cui non si può prescindere”.

• DEMOLIZIONI
La legge approvata a giugno dal Consiglio regionale della Campania, che blocca le demolizioni anche nelle zone vincolate, viene ripresa anche dal presidente dei Verdi Angelo Bonelli per ricordare cosa ha risposto il governatore campano Vincenzo De Luca alla notizia che il governo avrebbe impugnato il provvedimento, proprio su ricorso degli ambientalisti: “Ha detto: non ce ne frega niente e andiamo avanti. Era l’8 agosto. E adesso De Luca ha appena detto che l’abusivismo è un’emergenza. Un comportamento irresponsabile”.

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•  REAZIONE DEI SINDACI
Intanto, i sei sindaci dei comuni dell’isola di Ischia non ci stanno. E, in una nota congiunta, “deplorano le notizie false relative a presunti danni e crolli in tutta l’isola e alle inesistenti connessioni tra l’evento sismico e i fenomeni legati all’abusivismo edilizio”. Perché, ribattono gli amministratori locali, i crolli “hanno interessato per lo più strutture antiche, tra le quali finanche una chiesa già distrutta dal terremoto del 1883 e poi riedificata”. A corroborare la posizione dei sindaci, l’architetto urbanista Antonio Oliviero, che sta redigendo il piano urbanistico di Forio, uno dei comuni isolani. “La zona di Casamicciola è storicamente la più vulnerabile ai terremoti, lo dicono i dati storici – commenta a Labitalia -. Parlare di abusivismo edilizio in questi casi vuol dire strumentalizzare la vicenda. L’abusivismo va contrastato seriamente: esiste sull’isola, in Campania e nel resto d’Italia. Parlarne adesso non credo che sia corretto”.

• SISMABONUS
Ma le responsabilità dell’abusivismo nel rendere devastante a Ischia un terremoto che non lo era, sono rilanciate da Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, che considera inaccettabili “atteggiamenti tolleranti e ambigui” nei confronti del fenomeno. Quella di Realacci è anche una voce in risposta al richiamo dei geologi alle istanze politiche nazionali, governo e Parlamento, a fare sul serio. Il presidente della Commissione ricorda una misura adottata con l’ultima legge di bilancio, che, accompagnata da un’attenta comunicazione, potrebbe sostenere anche quel “salto di qualità culturale” evocato dall’ingegner Simoncini. “Il Sismabonus, che garantisce fino all’85% di rimborso entro 5 anni per le spese sostenute dai privati per le proprie abitazioni. È effettivamente entrato in vigore da poco – ammette Realacci – il suo utilizzo va monitorato e l’estensione ed efficacia potenziata nella prossima legge di bilancio. Ma è un passaggio necessario per evitare lutti e favorire anche con risorse private un’edilizia legata alla sicurezza e alla qualità”.

TUTTE LE INCHIESTE: IL PAESE DEGLI ABUSI

• PREVENZIONE
Da qualche parte bisogna cominciare. In Italia, la cultura della prevenzione passa innanzitutto dal sostegno pubblico all’iniziativa privata. Dalla sensibilizzazione del cittadino a verificare autonomamente la qualità della sua casa. E dalle demolizioni, l’unico deterrente prospettato da Graziano Delrio, sollecitato dall’inchiesta a puntate di Repubblica sul “Paese degli abusi”, dove è ancora cultura costruire e attendere un condono che presto o tardi arriverà. “Il patrimonio italiano è fragile – sentenzia dopo Ischia il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture su Radiouno Rai -, fragilità che dipende sì dall’abusivismo ma anche dalle sue peculiarità. Bisogna essere in grado di mettere in sicurezza sismica il nostro Paese perché spendiamo più di 3 miliardi all’anno per riparare i danni del terremoto, quindi vale la pena investire in prevenzione. Abbiamo 10 milioni di abitazioni che nelle zone sismiche 1 e 2, abitazioni che hanno davvero bisogno di essere messe in sicurezza e in fretta. Lo Stato ha messo a disposizione risorse per questi incentivi fiscali e io spero che cresca al più presto la cultura della prevenzione, noi ci puntiamo molto”.

http://www.repubblica.it/cronaca/2017/08/22/news/terremoto_ischia_morire_per_scossa_di_bassa_magnitudo-173587827/

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