“Tramonto”, la poesia di Louise Glück su un amore sofferto

Louise Glück ha ricevuto il Premio Nobel per la letteratura 2020. La poetessa americana viene paragonata ad Emily Dickinson per la sua semplice ma evocativa scrittura. La sua è una poesia tutta da scoprire: iniziamo con l’analisi della bellissima “Tramonto”.LE POESIE DEL NOBEL LETTERATURA 2020

Louise Glück ha ricevuto il Premio Nobel per la letteratura 2020. La sua è una poesia tutta da scoprire: iniziamo con l’analisi della bellissima “Tramonto”.

Louise Glück, le poesie più belle della poetessa americana

Louise Glück, una delle poesie più belle della poetessa americana

Louise Glück, la poetessa del quotidiano

Nata a New York nel 1943, Louise Glück ha collaborato con le più importanti riviste americane. Vincitrice anche, nel 1993, del premio Pulitzer con L’iris selvatico. Scrive della quotidianità, delle sue mura domeniche, dei suoi lati personali. Con una grande capacità di inquadrare e ridipingere momenti familiari e semplici, oggi ricordiamo la scrittura di questa grande poetessa contemporanea.

L’amore delicato in un’atmosfera evocativa

“La mia grande felicità, è il suono che fa la tua voce’’, così inizia la poesia di Louise Gluck. Una poesia che parla di amore e disperazione, di ricerca di se stessi e fiducia nell’altro. La poetessa descrive un rapporto forse turbato, un rapporto d’amore ostacolato, che però non si ferma davanti all’amato. Gli animi si toccano, la voce arriva sempre all’altro, anche nel dolore. Una comunicazione sofferta ma necessaria. Le acque in tempesta si placano quando i due si incontrano e tutto sembra spegnersi (“la mia collera passa, come passa l’inverno’’). La tenerezza, come è scritto nella poesia, diventa una vera arma per combattere la negatività. E tutto, inscritto in un paesaggio suggestivo, si mescola con passione (“nelle parole che diventano, la tua stessa risposta”)

Tramonto

La mia grande felicità
è il suono che fa la tua voce
chiamandomi anche nella disperazione; il mio dolore
che non posso risponderti
in parole che accetti come mie.
Non hai fede nella tua stessa lingua.
Così deleghi
autorità a segni
che non puoi leggere con alcuna precisione.
Eppure la tua voce mi raggiunge sempre.
E io rispondo costantemente,
la mia collera passa
come passa l’inverno. La mia tenerezza
dovrebbe esserti chiara
nella brezza della sera d’estate
e nelle parole che diventano
la tua stessa risposta.


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