Tutto il Mondo è Palcoscenico

“Tutto il mondo è palcoscenico” giunge alla sua terza edizione. Abbiamo cominciato due anni fa celebrando i 450 anni dalla nascita del grande autore inglese, ed ora, dopo un’edizione intermedia che abbiamo definito LAB, eccoci giunti all’edizione che, invece, celebra i 400 anni dalla morte del Bardo, la morte di un uomo e la nascita di un mito.

Con il patrocinio morale del comune di Napoli, la rassegna vede in scena al Nuovo Teatro Sancarluccio quattro spettacoli che, partendo dalla drammaturgia Shakespeariana, sperimentano nuovi linguaggi e raccontano nuove storie.

La storia di “Riccardo III” diventa, quindi, quella di un usuraio malavitoso, i grandi personaggi vestiranno la casacca bianca della guarratella di Pulcinella, Ofelia rivive attraverso il dolore di un uomo ed il suo personale dramma, Prospero ed i personaggi de “La Tempesta” vengono calati in un’atmosfera da farsa napoletana in uno scoppiettante one-man show.

Infine, due grandi novità di quest’anno: l’incontro al PAN – Palazzo delle Arti di Napoli con esperti di Teatro, Letteratura, Danza, Cinema e Musica  per raccontare “L’Arte di chiamarsi William”, ovvero quanto l’opera shakespeariana abbia influenzato nei secoli le più svariate forme artistiche, ed una serata d’onore conclusiva che si terrà, invece, al Nuovo Teatro Sancarluccio, in cui circa venti artisti (ma forse anche di più, si alterneranno nel tributare un appassionato omaggio al grande autore.

 

TUTTO IL MONDO E’ PALCOSCENICO 3.0 è un’iniziativa di ARIES TEATRO ED EVENTI in collaborazione con il Comune di Napoli (Assessorato alla Cultura), Centro Studi Nextra, e I Teatri della Chiaja

Gianmarco Cesario

Direttore Artistico

LUNEDÌ  23 MAGGIO                                                                                          Nuovo Teatro Sancarluccio

PACCHIELLO

VENDITORE AMBULANTE DI TARALLI CALDI CALDI E DI GUAI NERI NERI

di Pasquale Ferro

diretto ed interpretato da Roberto Capasso

drammaturgia Roberto Ingenito       scena Luca Evangelista         costumi Pina Sorrentino
luci e fonica Gabriele Toralbo         assistenti alla regia Maria Chiaravalle Roberto Ingenito

Lo spettacolo è un monologo che parte dalla favola per arrivare alla cruda realtà di una storia di usura e di ordinaria, ma non troppo, violenza, una violenza fisica ma anche psicologica, che il protagonista, Pacchiello, vive e rivive attraverso il ricordo di una vita distrutta e distruttiva, tra i suoni neomelodici evocativi di una Napoli contemporanea che porta sulle spalle una tradizione pesante da sostenere, come quella della festa dei Gigli che fa da sfondo alle vicende raccontate.

Pacchiello è un untore, e l’usura è un sistema, un mezzo necessario per “contagiare” le vittime debitrici. Un desiderio assoluto di condivisione della lordura della propria esistenza. Un uomo dimenticato dalla coscienza, ossessionato dal potere, vive i ricordi che gli passano accanto veloci come un treno, fino ad investirlo.

Un Riccardo III “neomelodico” trasportato in una Napoli ubriaca e senza pudore.

 

 

Nuovo Teatro Sancarluccio                                                                                       MARTEDÌ  24 MAGGIO

PULCHI SHAKE & SPEARE

MISCELLANEA DI DRAMMI SHAKESPERIANI TRADOTTI IN GUARATTELLESCO BY PULCINELLA CETRULO

di e con Bruno Leone  

musiche dal vivo Gianluca  Fusco                          

regia di Anna Leone

 

Pulchi Shake & Speare è un omaggio pulcinellesco al grande William Shakespeare composto da cinque drammi shakespeariani legati in un’unica storia. Un Pulcinella in carne ed ossa racconta il Macbeth con una partita a scacchi e, affascinato dal personaggio, lo fa rivivere nei panni di Mr. Punch, un burattino inglese nato a Covent Garden nel Seicento. Ma un Pierrot nel ruolo di Amleto prende il posto di Mr. Punch per poi trasformarsi in Romeo pur di conquistare Giulietta, una bellissima marionetta della famiglia Capuleti, da sempre rivale dei burattini. Quando Romeo crede che Giulietta sia morta beve un veleno che lo trasforma in Mobarak, un personaggio del teatro di marionette persiano. Credendo di essere Otello, ed istigato da Iago Totò, uccide la sua cara Giulietta-Desdemona per poi uccidersi egli stesso distrutto dal rimorso. Sembrerebbe così che Iago, dimostrando di essere il più cattivo, possa diventare il Re dei Burattini, ma non ha fatto i conti con un Riccardo III interpretato da Polichinelle, il Pulcinella francese munito di gobba, pancia e naso a becco. E quando Riccardo III viene salvato da un Cavallo Pulcinella arriva William Shakespeare in persona a interrompere la farsa guarattellesca e ad invitare il pubblico ad andare a teatro e vedere le sue opere complete, interpretate da veri attori.

 

 

MERCOLEDÌ  25 MAGGIO                                                                                                    Nuovo Teatro Sancarluccio

O-FELIA

con Mauro De Simone

da un’idea di Andrea Fiorillo e Mauro De Simone

liberamente ispirato all’Amleto di W. Shakespeare

scene e costumi di Simona Fredella

regia Andrea Fiorillo

L’inganno, il tradimento, e l’amore che diventa follia. Il sentirsi soli, in un mondo che rifiuta ancora troppo spesso la verità, una realtà che esclude continuamente chi non si adegua al volere comune.

Partendo da questo, O Felia diventa immagine di qualcosa che potrebbe essere ma non è, di qualcuno che potrebbe diventare O essere, visione di una follia che potrebbe rivelarsi sfacciata verità, sentire di un mondo interiore nel quale ciò che viviamo non riesce a vedere ciò che in fondo siamo.

Usando le parole del Bardo, un attore, solo, nel suo camerino, con totale sincerità e leggerezza, senza sottrarsi ai dubbi di sè e alle incertezze, si svela al pubblico in modo assoluto.

Divisa tra l’obbedienza nei confronti di suo padre e l’amore per Amleto, il mondo di Felia si pone chiaramente davanti al bivio dell’O, della possibilità di vivere o meno, in pieno, il proprio sentire.

“Dando parole al proprio dolore, per evitare che il cuore si spezzi”,  cosi come Shakespeare scrive nel Macbeth, questo testo cerca di attualizzare il senso di disagio che la “diversità” ancora oggi vive nel nostro paese, provando a dare parola a quella follia che ancora una volta diventa salvifica
P.A.N. Palazzo delle Arti di Napoli                                                                                             GIOVEDÌ 26 MAGGIO

L’ARTE DI ESSERE (O DI NON ESSERE) WILLIAM

CONFERENZA-DIBATTITO SU SHAKESPEARE ATTRAVERSO LE VARIE ARTI

Con gli interventi di (in o.a.)

PASQUALE AMATO (direttore Capri Opera Festival), ROBERTO D’AVASCIO (docente e presidente ARCI MOVIE Napoli), SIMONETTA DE FILIPPIS (Docente Letteratura inglese alla Universitò l’Orientale di Npoli). PAOLA DE SIMONE (critico di danza), Modera GIANMARCO CESARIO

Quanto l’opera del Bardo abbia influito anche altre arti che non siano solo il Teatro è cosa degna di approfondimento e riflessione. Ed è perciò che in un tardo pomeriggio di maggio esperti di Musica, Cinema, Danza, Letteratura ed anche di Teatro, si incontrano su questo tema arricchendolo di curiosità ed aneddoti

 

 

VENERDÌ  27 MAGGIO                                                                                                        Nuovo Teatro Sancarluccio

O P A T A P A T A

UNA RISCRITTURA DE “LA TEMPESTA” DI WILLIAM SHAKESPEARE

progetto di e con Roberto Azzurro

Quante volte ci siamo ripetuti: vorrei andarmene su un’isola deserta e ricominciare tutto d’accapo? Molte. Molte. E come spesso accade è la fantasia – in questo caso il teatro – che ci permette di realizzare i sogni più incredibili, più astrusi, più immaginifici anche.

Ma chissà se Prospero aveva immaginato che una volta sbarcato sull’isola, non avrebbe fatto altro che tentare di ricostruire la stessa esistenza che conduceva prima della sciagura che lo aveva ridotto lì, insieme alla figlia Miranda.

Se Prospero avesse accettato la nuova condizione, e dunque avesse immaginato di ricostruirsi una vita alternativa, una vita senza più vincoli relazionali simili a quelli precedenti, se Prospero avesse accettato di aprire il suo cuore – un tempo infranto per il sopruso politico che lo aveva scacciato dalla sua posizione di comando, e dunque ancora dolorante – a un destino scevro da legami di potere, allora forse sarebbe stato davvero un essere umano pronto al cambiamento. Ma l’essere umano non è mai pronto al cambiamento della propria natura, per cui Prospero ristabilisce, con nuovi personaggi e nuove figure dell’isola, una dimensione di vittime e carnefici, di prepotenze e disguidi affettivi, pur di riportare se stesso al centro di un meccanismo di potere – unico obiettivo dell’uomo di tutti i tempi e i continenti, dell’uomo antico e dell’uomo moderno, di antichi teatrini di corte, e di moderni teatrini di regimi attuali.

L’essere umano non riesce a fare a meno di parametri che gli ricordino continuamente quanto sia migliore di qualcun altro, giacché da solo evidentemente non ce la fa a convincersene, per cui ricorrere all’esercizio del potere è l’unica soluzione che gli resta quando intorno vede soltanto solitudine, evidentemente.

Dunque il teatrino, anzi i teatrini, che in questa mia Tempesta Prospero/Azzurro, come un iperbolico regista/direttore d’orchestra, riscrive a modo suo, in diretta, la storia dell’isola magica, e con versi iperbolici e rime impossibili ricostruisce continuamente, insieme alla giovane e bella Miranda, al fido Ariel e al terribile Calibano – tutte emanazioni di se stesso -, tutti quelli che risulteranno essere null’altro che i giochi di prestigio di un uomo (Prospero) che non si rassegna al cambiamento della propria esistenza. Finché la sua nuova esistenza non cambierà davvero, riportandolo nel suo passato e alla sua condizione primaria, restituendo il maltolto a sua figlia, alla quale darà il futuro che entrambi auspicavano.

In un viaggio profondo e apocalittico, dunque, vedremo ricomparire come generati e germogliati dalla fantasia del mago Prospero tutti i personaggi della sua esistenza, come in un tourbillon psicanalitico e psichedelico, tutti pronti a impersonare la propria parte e quella degli altri personaggi di questa storia. Come un direttore d’orchestra/regista/raccontatore folle e iperbolico, funambolico e grottesco Roberto Azzurro, attraversa i corpi e le voci del mago Prospero e di tutti gli altri personaggi che popolano quest’isola deserta, come lo è proprio adesso la nostra realtà, di figure e anime, di sguardi e parole, portandoci in un gioco metateatrale suggestivo e divertente, dissacrante e fantasmagorico, tra persone e personaggi, tra abisso e cielo, tra sogno e realtà, tra il demonio della propria natura e la santità delle proprie aspirazioni.

 

 

Nuovo Teatro Sancarluccio                                                                                                          SABATO 28 MAGGIO

SERATA D’ONORE

IN MEMORIA DEL CARO AMICO WILLIAM

Una serata tutta dedicata all’opera di William Shakespeare: sonetti, commedie, drammi storici e tragedie, letti, interpretati e vissuti da oltre 20 artisti che si alterneranno sul palco del Nuovo Teatro Sancarluccio per un evento unico.

Un atto d’amore dovuto all’autore che meglio e più di tutti ha dato voce all’animo umano, facendolo diventare verbo teatrale. L’elenco completo cast verrà reso noto poche ore prima della serata, poiché è in continua crescita il numero di artisti che desiderano dare un personale contributo. Roberto Azzurro, Antonella Morea, Roberto Capasso, Niko Mucci, Danilo Rovani, Daniela Cenciotti, Maurizio Murano, Tina Femiano, Maria Chairavalle, Massimiliano Cataliotti, sono solo i primi ad aver aderito, altri in queste ore stanno definendo la loro partecipazione a quella che può essere tranquillamente definita come una vera e propria festa del teatro

 

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