Un ponte tra popoli culture

– A dispetto delle previsioni più fosche e delle preoccupazioni di chi alla vigilia l’aveva giudicata inopportuna, la manifestazione dei diritti di ieri a Castel Volturno ha registrato un bella partecipazione di cittadini di tanti colori in lotta per la difesa dei diritti fondamentali. Migliaia di migranti, insieme con tante delegazioni di giovani ed associazioni provenienti da tutta la provincia, hanno marciato per chilometri lungo la domiziana fino al centro storico, con il loro manifesto che al centro poneva la rivendicazione di lavoro e servizi sociali per tutti in un’area dove il degrado urbano pesa sulle condizioni di vita e sociali di chi vi abita (siano essi indigeni, stranieri o turisti in estate). Tutto questo avveniva mentre in altre città italiane la giornata è stata segnata da notizie di scontri e di violenze in diverse manifestazioni: come è avvenuto a Milano in un corteo della Lega Nord pieno solo di no (come lo Stop all’invasione) – a cui si è contrapposto quello dei centri sociali; come a Napoli, a Bologna e Reggio Calabria.
In questo scenario si può ben dire che stavolta la città domiziana si è distinta come luogo in cui i cittadini manifestano in modo libero e civile, anche per esprimere posizioni diverse, contrastanti (come è avvenuto il pomeriggio in piazza con il convegno organizzato da Forza Italia e dalla destra). A ben vedere la mobilitazione promossa dal CSA ExCanapificio e del Movimento Migranti e Rifugiati si inserisce a pieno titolo nel percorso avviato in agosto a Villa Literno in occasione del 25° anniversario dell’uccisione di JE Masslo dal Forum Interculture – una rete di associazioni del terzo settore e del volontariato in collaborazione con i sindaci di Castel Volturno, Casal di Principe e Villa Literno – per costruire un ponte ideale tra culture e popoli diversi, per ricordare la memoria storica di date e luoghi simbolici del movimento di lotta per i diritti umani e sociali fondamentali, per educare alla cittadinanza democratica fatta di partecipazione consapevole, di solidarietà e convivenza civile.
Ed è quanto è emerso nell’evento del 18 settembre proprio a Castel Volturno in occasione della commemorazione della strage dei giovani ghanesi e di tutte le vittime innocenti della camorra quando nella chiesa dell’Annunziata hanno pregato insieme cristiani ed i musulmani e cantato i loro cori religiosi. Per la prima volta si è verificato un atto di forte spiritualità e condivisione in una comunità, spesso segnata da episodi di violenza e di scontri (come è avvenuto in estate a Pescopagano). Le prossime due tappe di questo viaggio nella memoria saranno altrettanto significative. Il 25 ottobre nel seminario di Villa di Briano vi sarà una festa per ricordare i 25 anni della nascita dell’Associazione di volontari JE Masslo, guidata dal medico Renato Natale, da poco eletto sindaco di Casal di Principe. A seguire a Villa Literno dal 29 al 31 ottobre si svolgerà il Premio dedicato proprio all’esule sudafricano con il quale ogni due anni la FLAI e la CGIL promuovono ricerche e studi dedicati alle tematiche dei diritti sociali, del lavoro, dell’europa e del mediterraneo (coinvolgendo anche le scuole del territorio).
La tappa finale di questo percorso sarà quella prevista per l’8 novembre a Castel Volturno in ricordo di Miriam Makeba, con un evento centrale di musiche e canti multietnici. Sarà anche l’occasione per cominciare a valutare proposte e progetti di educazione alla legalità democratica contro tutte le mafie. Ma ancora di più per costruire azioni di contrasto alle povertà ed al disagio sociale in cui vivono tanti indigeni e migranti capaci di produrre un diverso sviluppo locale ecosostenibile e innovativo, che sia proteso a risanare l’ambiente e a valorizzare le risorse storiche e culturali, la bellezza e le opportunità naturali offerte dal territorio, a partire dai beni comuni e dai beni confiscati – anzi liberati e sottratti al dominio della camorra, per un loro riuso sociale e produttivo. A tal fine come Forum Interculturale consideriamo le diverse etnie e i tanti gruppi presenti sul territorio come opportunità nell’era globale per creare nuove forme di economia sociale, di imprese capaci di promuovere nuova occupazione e nuovi lavori (in primo luogo per giovani e donne). Come scandivano gli slogans della manifestazione in un contesto difficile e pieno di contraddizioni si può crescere tutti insieme se si riesce a fare rete e cooperazione tra istituzioni, mondo del lavoro e delle imprese, associazioni del terzo settore e del volontariato. Ed è quello che stiamo tentando di fare come Forum Interculturale, anche dicendo “Stop al razzismo ed all’intolleranza”, la parola d’ordine del corteo.

0 Comments

No comments!

There are no comments yet, but you can be first to comment this article.

Leave reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *