Nel Vangelo di questa domenica (Matteo 5,17-37) si legge una successione di insegnamenti tutti così importanti e come sempre molto attuali per la nostra vita di donne e di uomini di oggi.
Si inizia affermando l’importanza della legge riscoprendone e vivendone lo spirito originario da attuare per “fare la volontà di Dio più seriamente di come fanno i farisei e i maestri della legge”.
Si trova una attualizzazione luminosa di questo orientamento nell’insegnamento di don Lorenzo Milani che esorta i giovani ad ubbidire alle leggi quando sono giuste perché sanciscono il sopruso del forte e di battersi per cambiarle quando sono ingiuste, cioè sanciscono il sopruso del forte.
Di seguito il Vangelo riprende l’insegnamento della tradizione religiosa ed etica: “Non uccidere” ma sollecita soprattutto ad indagare sulle motivazioni, sull’inimicizia e aggressività presenti nell’animo e nei pensieri.
Nel momento attuale della storia questo insegnamento diventa urgenza a prevenire, a contrastare il pensiero negativo, disumano di avversione, di inimicizia e di odio che si diffondono, il linguaggio violento che lo comunica e a comunicare con il linguaggio umano l’attenzione, la premura e la cura per ogni altro.
Il Vangelo con la radicalità propria esorta a sospendere la celebrazione dall’Eucarestia se ci sono situazioni di inimicizia e a riprenderla quando si sono risolte.
Quindi si può celebrare solo con profonda umiltà, perché in fondo nessuno è a posto.
Di seguito il Vangelo esorta a considerare la questione molto delicata delle relazioni d’amore, della sensualità, dell’adulterio, a guardarsi dentro, a verificare quali siano la cultura, i pensieri, gli sguardi, gli atteggiamenti nei confronti delle donne; quanti diffusi siano maschilismo, malizia, strumentalità, presunzione di superiorità e di dominio, possesso fino alla eliminazione, alle tragedie in successione impressionante. L’impegno per la diffusione della cultura dell’attenzione, del rispetto, del riconoscimento e valorizzazione delle diversità di genere è quanto mai indispensabile e continua.
Il Vangelo sollecita ancora in modo stringente alla coerenza etica; con linguaggio paradossale afferma che è preferibile perdere un occhio o una mano piuttosto che smarrire la dimensione profonda di se stessi.
In realtà la coscienza, “santuario” interiore, decisivo per ciascuna e ciascuno di noi si educa nel contesto familiare, culturale, sociale, religioso. Contribuire alla formazione di coscienze consapevoli, libere, autonome e responsabili è il processo umano fondamentale.
Di seguito c’è ancora l’indicazione a non giurare con l’intenzione di garantire con questo le parole, gli atteggiamenti, le decisone della nostra vita. E’ invece fondamentale decidere e schierarsi, assumere le proprie responsabilità, “semplicemente dire sì o no: tutto il resto viene dal diavolo”.
Il giuramento diventa gravissimo quando lo si fa utilizzando il nome di Dio, la Bibbia.
Si pensi all’uso blasfemo dei simboli religiosi prendendo di coprire la propria disumanità e ancora, ad esempio, ai presidenti Usa che giurano all’inizio sulla Bibbia. L’attuale ha giurato su due Bibbie.
Sconcertante considerandone le parole e decisioni.
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