Vangelo di Domenica 20 Febbraio 2022.

LIBERARSI DALL’INIMICIZIA
Vangelo di Luca 6, 27-38

27 Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, 28 benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. 29 A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. 30 Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. 31 Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. 32 Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. 33 E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34 E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 35 Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi. 36 Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. 37 Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; 38 date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio».


Il Vangelo di questa domenica (Luca 6.27-38) si esprime con una radicalità unica e del tutto speciale, proprio perché riguarda la profondità del nostro essere, la nostra identità personale e comunitaria. Papa Francesco nell’intervista di Fabio Fazio di domenica 6 febbraio ha affermato che il male più grande e grave è la guerra e la costruzione e la vendita delle armi per combatterla: il nostro Paese per il 2022 raggiunge il record di 25 miliardi per le spese militari: la guerra come espressione dell’inimicizia si attua contro i nemici da colpire e distruggere. Il filosofo e politico tedesco nazional-socialista Karl Schmidt ha affermato addirittura che l’essenza della politica va individuata nell’ antitesi tra “amico e nemico”. La storia ci insegna, se vogliamo ascoltare, come si creano i nemici, quali motivazioni e raffigurazioni si danno per convincere della loro pericolosità e quindi della necessità di combatterli e di eliminarli.”. C’è un’altra riflessione importante che riguarda l’esigenza profonda di essere rassicurati e i traumi, i disagi, l’incertezza, ad esempio per la pandemia, che accentuano questa pulsione securitaria, con la spinta a proteggere la propria vita, a rinchiudersi, a vivere con diffidenza e sospetto, avversione la presenza degli altri. Possono crescere rabbia e risentimenti, fino a sfociare anche per altre concause nell’odio. Si pensi a come i migranti per tante persone siano avvertiti come nemici, a prescindere, senza approfondimenti. Emerge continuamente l’esigenza di trovare un colpevole a cui attribuire le cause delle situazioni problematiche e difficili. Così il Vangelo: ” Amate anche i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano. Benedite quelli che vi maledicono, pregate per quelli che vi fanno del male.”

È un insegnamento radicale, profondo e alternativo che certo riguardo i sentimenti, i pensieri, gli atteggiamenti personali e gli itinerari difficili che comportano, che apre all’orizzonte in cui ci si libera dalle figure nemiche e in questo si resiste con la nonviolenza attiva nonostante le difficoltà e le avversioni: ” Se qualcuno ti percuote su una guancia tu presentagli anche l’altra”. L’alternativa all’avversione, all’ inimicizia e all’odio è la costruzione convinta e certo faticosa della fratellanza, con l’affermazione vissuta della dignità di ogni persona, fondamento dei diritti umani. L’amore profondo e disponibile ne è all’origine.  Queste dimensioni costitutive mettono in relazione la spiritualità, la cultura, l’etica e la politica come servizio al bene comune. Il testo evangelico ricorda anche la “massima aurea”, sintesi di culture e spiritualità millenarie: “Fate agli altri quello che volete che essi facciano a voi”. Seguire questa reciprocità etica esige riflessioni, verifiche, quella cura dell’anima così indispensabile. Altre parole di speciale forza interiore invitano a: “Non giudicare, non condannare, perdonare, essere pieni di bontà come Dio Padre che è pieno di bontà”. Diverse le ricadute per la nostra vita con un’attenzione di fondo, senza entrare nel piano giudiziario e della sua inderogabile riforma. Conoscere le persone, anche solo parzialmente è difficile; quasi sempre i giudizi su di esse sono superficiali, frettolosi, irrispettosi; se ne parla senza parlare con loro; il clericalismo accentua questi aspetti negativi.

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